Il Dipartimento per l’Efficienza del Governo di Elon Musk, il DOGE, afferma di aver risparmiato 160 miliardi di dollari grazie al suo lavoro che ha eliminato sprechi e frodi nella spesa pubblica. Ma i conti non tornano. Almeno secondo una indagine condotta dal New York Times.
Elon Musk, che dopo il semi-collasso a Wall Street delle azioni della Tesla e la minaccia di un voto di sfiducia nel consiglio di amministrazione della sua società si è defilato dalla Casa Bianca, afferma che con le sue decisioni sono stati ottenuti risparmi significativi.
Le indagini svolte dal quotidiano newyorkese rivelano però che molti di questi risparmi non sono verificabili o sono “ampiamente gonfiati”. I due autori, i giornalisti del New York Times David A. Fahrenthold e Jeremy Singer-Vine, hanno scoperto i “Contratti Zombie del DOGE”: spese federali che il team di Musk aveva dichiarato di aver “annullato” quando, in realtà, continuavano a essere gestite da altre agenzie federali perché coprono servizi condivisi. Ne sono stati individuati 44. Poi, uno dei “tagli” di 1,4 miliardi di dollari per il contratto per la manutenzione dei computer fatto dal Dipartimento della Difesa, che, con pomposa autopromozione, il DOGE aveva bollato come una “colossale spesa inutile”, era stato annullato molto prima del coinvolgimento del Dipartimento. Inoltre il Times fa notare che in quasi il 40% dei contratti terminati non ci saranno risparmi perché parte del personale licenziato dovrà essere riassunto e parte dei servizi cancellati dovranno essere riallacciati.
Le attività del DOGE hanno dovuto affrontare sfide legali e controlli approfonditi in materia di trasparenza. Sebbene questa iniziativa miri a razionalizzare la spesa pubblica, l’efficacia e l’integrità dei metodi rimangono oggetto di dibattito per i potenziali conflitti di interesse, poiché le aziende di Musk, come Tesla e SpaceX, hanno ricevuto ingenti appalti governativi. In particolare, c’è stata controversia su un contratto proposto dal Dipartimento di Stato da 400 milioni di dollari per i veicoli Tesla, che è stato successivamente sospeso.
La settimana scorsa la Partnership for Public Service (PSP) ha scoperto che era stato omesso che, dei 160 miliardi di dollari che il DOGE aveva dichiarato di aver fatto risparmiare al governo federale ne sarebbero stati spesi 130 per riavviare successivamente lo stesso piano smantellato. I calcoli fatti da PSP, che è un gruppo di ricerca apartitico, hanno evidenziato inoltre che oltre alle disfunzioni causate i “costi associati alla messa in congedo retribuito di decine di migliaia di dipendenti federali e la loro successiva riassunzione hanno causato una forte perdita di produttività”.
Update: @DOGE removes 31 more incorrect claims — and $122M in savings — from its “Wall of Receipts” after we identified they were wrong.
The listings were wrong b/c the contracts DOGE claimed credit for killing were not dead anymore: agencies had revived them.…
— David Fahrenthold (@Fahrenthold) May 13, 2025
Nei mesi scorsi il DOGE ha cercato di tagliare la spesa federale esortando i dipendenti pubblici ad accettare un piano di dimissioni differite. Una proposta che ha permesso a molti di mantenere stipendio e benefit completi fino a settembre senza lavorare. Altri 24.000 dipendenti pubblici, licenziati nell’ambito della riforma, sono poi stati successivamente riassunti. Anche molte altre agenzie federali hanno dovuto riassumere funzionari perché i tagli erano stati fatti a tavolino da contabili senza avere le cognizioni del lavoro svolto. Una dicotomia che ha evidenziato la profonda assenza da parte dei “tagliatori” della conoscenza delle funzioni del governo federale.
Il New York Times ha sottolineato che uno dei contratti più ingenti che il team di Musk aveva trionfalmente comunicato di aver annullato era quello da 108 milioni di dollari speso dal Dipartimento per gli Affari dei Veterani, che è stato ripristinato appena otto giorni dopo l’annuncio.
Il DOGE è stato travolto dalle polemiche, iniziate quando Musk aveva con goffaggine e per errore affermato che USAID aveva speso milioni di dollari per acquistare preservativi a Gaza. La dichiarazione aveva fatto il giro del mondo dopo che Donald Trump aveva ripetuto a gran voce che il governo federale aveva investito 100 milioni di dollari per “preservativi per Hamas”, usandola come una giustificazione per i licenziamenti e i tagli all’agenzia federale.
Stesso spartito anche per gli “sprechi” e le “frodi” della Social Security nel bilancio federale, come hanno ripetuto Musk e Trump. Il primo ha affermato che “milioni di beneficiari della Social Security hanno più di 150 anni”. Dichiarazione poi ripresa anche dal presidente sebbene gli stessi dirigenti della agenzia, nominati da Trump, avessero già smentito queste affermazioni. Musk ha ribadito più volte che la Social Security è “la più grande frode della storia”, sostenendo che il sistema pensionistico è pieno di “pensionati fantasma”. Accuse mosse senza fornite prove e anche dopo che le indagini interne fatte dagli ispettori della Social Security non hanno rilevato significative irregolarità.
Le affermazioni di Musk e le azioni del DOGE sono state a lungo criticate da esperti e funzionari della stessa Social Security, che le considerano basate su interpretazioni errate dei dati e potenzialmente dannose per l’efficacia del sistema di sicurezza sociale.
Finora il DOGE ha ottenuto alcuni risparmi attraverso la digitalizzazione e la riforma di alcuni contratti, ma ha mancato l’obiettivo principale di ridurre significativamente il deficit federale.