“Diciamo no alla guerra delle parole e delle immagini, no al paradigma bellico nella comunicazione.” Questo l’appello che Papa Leone XIV ha rivolto lunedì mattina alla comunità giornalistica riunita nell’Aula Paolo VI per la sua prima udienza con i media internazionali.
Rievocando il messaggio pronunciato da Papa Francesco in occasione della Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, Prevost ha esortato a “disarmare la comunicazione da ogni pregiudizio e risentimento, fanatismo e odio; a liberarla dall’aggressività.” E ha aggiunto: “Non abbiamo bisogno di una comunicazione rumorosa o forzata, ma di una comunicazione capace di ascoltare, che raccolga le voci dei deboli, di coloro che non hanno voce.”
Il pontefice, salito al soglio di Pietro appena una settimana fa, ha affrontato a viso aperto le sfide poste alla Chiesa — e al giornalismo — dall’evoluzione tecnologica, con un chiaro riferimento all’intelligenza artificiale: “Viviamo tempi difficili da raccontare e da attraversare. Tempi che ci mettono alla prova e che richiedono responsabilità e discernimento. Nessuno di noi deve cedere alla mediocrità.”
Il Papa ha poi rinnovato la solidarietà del Vaticano ai cronisti incarcerati nel mondo. “La Chiesa riconosce il coraggio di chi, anche a costo della vita, racconta la guerra. Di chi difende la dignità, la giustizia, e il diritto dei popoli a essere informati. Perché solo un popolo informato può compiere scelte libere.”
Le sue dichiarazioni giungono a meno di ventiquattr’ore da un appello per un cessate il fuoco immediato a Gaza e per la fine delle ostilità in Ucraina, con accesso garantito agli aiuti umanitari.
Al termine dell’incontro, il pontefice ha stretto mani e benedetto alcuni bambini portati dai presenti. A un certo punto qualcuno gli ha persino allungato una palla da baseball da firmare. Il papa ha sorriso e firmato senza esitazione. Del resto, è risaputo che Leone XIV — nato a Chicago e cresciuto a Dolton, sobborgo operaio a sud della metropoli — è un tifoso dei White Sox.
Tra i cronisti che hanno potuto avvicinarlo, anche Lester Holt della NBC. Il noto anchor statunitense, inviato a Roma con il suo team per seguire i primi passi del pontificato, ha raccontato in diretta sul “TODAY Show” l’inatteso scambio con il papa: “Alla fine del suo discorso, si è alzato, è sceso tra i corridoi, ed è venuto da me. Gli ho chiesto: ‘Qual è il significato dell’avere oggi un papa americano?’ E lui ha risposto: ‘Dimmelo tu’.”
Holt ha riferito che Leone XIV gli ha confidato un aneddoto: alcune persone, a quanto pare, starebbero tornando alla Chiesa anche perché attratte dall’elezione di un pontefice statunitense. “Non penso che visiterà presto Chicago,” ha aggiunto il giornalista, “ma quello che è certo è che ha ancora molto da fare qui a Roma.”
“È stato uno di quei momenti da ricordare per tutta la carriera,” ha commentato Holt. “Un uomo sorridente, a proprio agio, dotato di umorismo e capace di rendere ogni incontro diretto e umano.”