“Per il pubblico era Puff Diddy un’icona culturale, un uomo d’affari – ha detto l’assistente del procuratore federale, Emily Johnson –, ma c’era un altro lato di lui che dirigeva una impresa criminale”. In una delle aule del tribunale di Manhattan è in corso la prima udienza del processo federale contro il produttore discografico Sean “Diddy” Combs, 55 anni.
Nell’arringa iniziale, l’avvocata Johnson ha introdotto la giuria ai capi d’accusa a cui Diddy dovrà rispondere: violenza fisica e psicologica sulla sua ex compagna Cassie Ventura, che ha denunciato per prima a novembre 2023; abusi sessuali su ragazze e ragazzi; traffico di esseri umani e droga; festini illegali – anche noti come “Freak Offs” o “Wild King Nights” perché tutto era concesso; centinaia di filmini registrati senza permesso; e poi ricatti sistematici, pagamenti in contatti per comprare il silenzio, altre violenze fisiche nel tentativo di riparare i danni. “Le vedrete con i vostri occhi”.
Al posto delle registrazioni delle telecamere di sorveglianza di un albergo a Los Angeles risalenti al 2016 e recuperate da CNN, l’accusa ha mostrato alla giuria alcune riprese fatte da chi lavorava nella struttura. Il primo testimone è Israel Florez, oggi un agente del Dipartimento di Polizia di Los Angeles, mentre all’epoca era vicedirettore della security dell’hotel. Il poliziotto ha raccontato di essere stato chiamato al sesto piano perché “c’era una donna in difficoltà”: era Cassie Ventura che, mentre provava a scappare, era stata fermata e picchiata da Combs. “Lui era accasciato e aveva uno sguardo vuoto, diabolico”, ha dichiarato Florez. Poi l’agente ha permesso alla cantante di andarsene ed è stato ricattato da Diddy: “Sono stato richiamato e mi ha dato una mazzetta di banconote da 100 dollari, chiedendomi di non dirlo a nessuno”. Ma non le ha accettate.
Secondo Associated Press, la difesa aveva chiesto ai pubblici ministeri di non mostrare il video pubblicato da CNN perché “modificato e incompleto”.
Il secondo testimone della giornata è Daniel Phillip, uno degli stripper pagati da Diddy a New York per avere rapporti sessuali con Ventura. Ha raccontato nel dettaglio dove avvenivano gli incontri, cosa succedeva, che spesso la giovane veniva drogata e che si sentiva minacciato dal potere del produttore discografico.
La difesa per il momento ha riconosciuto solo l’accusa di violenza domestica, ma ha negato quella di traffico sessuale.
Il processo potrebbe andare avanti fino a otto settimane. Nel caso in cui le accuse venissero confermate nella sentenza del giudice federale, Diddy rischia oltre vent’anni di carcere.