Volodymyr Zelensky si è detto disposto a sedersi al tavolo con Vladimir Putin il prossimo giovedì a Istanbul, chiedendo però al suo omologo russo di accettare un cessate il fuoco totale a partire da lunedì.
L’annuncio del presidente ucraino arriva dopo che gli Stati Uniti e i principali leader europei hanno intimato al Cremlino di fermare le ostilità, minacciando nuove e pesanti sanzioni.
“Attendiamo un cessate il fuoco completo e duraturo, a partire da domani, per fornire la base necessaria alla diplomazia. Non ha senso prolungare le uccisioni. E aspetterò Putin in Turchia giovedì. Personalmente. Spero che questa volta i russi non cerchino scuse”, ha scritto Zelensky in un messaggio pubblicato su X.
Le dichiarazioni giungono poche ore dopo una nota notturna del presidente russo. Parlando a mezzanotte e mezza ora di Mosca, Putin ha annunciato di voler riprendere i colloqui diretti con Kyiv, proponendo Istanbul come sede e giovedì come data. “Offriamo alle autorità di Kiev di riprendere i negoziati senza alcuna precondizione”, ha detto il leader del Cremlino in un discorso televisivo, precisando che l’intento è “raggiungere una pace duratura”.
La mossa, tuttavia, è apparsa a molti osservatori come una reazione calcolata al pressing internazionale. Sabato, nella capitale ucraina, i leader di Francia, Germania, Regno Unito e Polonia avevano lanciato un ultimatum a Mosca: un cessate il fuoco di 30 giorni, immediato e incondizionato, o nuove sanzioni e un incremento dell’assistenza militare all’Ucraina.
Dagli Stati Uniti è arrivato un appoggio esplicito. Donald Trump ha esortato Zelensky ad accettare subito l’invito di Putin: “Almeno così si potrà capire se un accordo è davvero possibile. E se non lo è, i leader europei e gli Stati Uniti sapranno dove ci troviamo e potranno agire di conseguenza”, ha scritto su Truth Social. Poi, con tono sarcastico, ha aggiunto: “Comincio a dubitare che l’Ucraina voglia davvero fare un accordo con Putin, troppo impegnato a festeggiare la Vittoria della Seconda Guerra Mondiale, che non sarebbe mai stata possibile (nemmeno lontanamente!) senza gli Stati Uniti d’America. FATE QUELL’INCONTRO, SUBITO!!!”.
L’ultima volta che Russia e Ucraina si sono parlate direttamente era nei primi mesi del conflitto, esploso con l’invasione ordinata dal Cremlino nel febbraio 2022. Da allora, la guerra ha causato centinaia di migliaia di morti e ha riportato le relazioni tra Russia e Occidente al punto più critico dai tempi della Crisi dei missili a Cuba.
Anche la Francia ha espresso cautela. Emmanuel Macron ha definito la proposta del Cremlino “non sufficiente”, ricordando che “non serve un’altra data sul calendario, serve un impegno concreto alla tregua”.
Secondo fonti diplomatiche europee, la scelta di Istanbul non sarebbe stata formalmente concordata con Ankara. Putin avrebbe in programma una telefonata al presidente turco Erdogan nelle prossime ore per ufficializzare la sede.
Intanto, la pressione occidentale resta alta. Il premier britannico Keir Starmer ha parlato di “massicce sanzioni e ulteriore supporto militare all’Ucraina” se Mosca non risponderà in modo credibile. “Se Putin è davvero interessato alla pace, ha l’occasione per dimostrarlo adesso”, ha detto Starmer durante una visita ufficiale a fianco di Zelensky nella capitale ucraina.