L’ambasciata statunitense in Cina ha riferito di aver ricevuto delle segnalazioni secondo cui i cittadini americani vengono sottoposti a “test medici invasivi” al loro arrivo nel Paese indipendentemente dall’origine.
“Stiamo esaminando queste segnalazioni – ha dichiarato un portavoce dell’ambasciata USA a Pechino a Bloomberg –. La Missione degli Stati Uniti non ha altra priorità che la sicurezza dei cittadini americani in Cina”.
Secondo le testimonianze, chi è munito di passaporto straniero viene separato dagli altri e condotto in un’area dove degli ispettori cinesi prelevano la saliva con dei tamponi. Tuttavia, ai passeggeri americani che hanno raccontato l’accaduto non è stato comunicato lo scopo di questi test né dove sarebbero andati a finire centinaia di campioni raccolti. Né hanno firmato dei documenti per il consenso, come invece succedeva lo scorso anno.
Per esempio, negli aeroporti di Guangzhou, Hangzhou e Shanghai, gli ispettori cinesi distribuivano ai passeggeri appena atterrati tutti i moduli per il consenso per effettuare tamponi per il Covid, test per l’influenza o per il vaiolo. “Al fine di proteggere la vostra salute e quella degli altri – si leggeva nei documenti – i funzionari della quarantena devono prelevare campioni per le relative analisi di laboratorio”.