I leader di Francia, Germania, Regno Unito e Polonia sono arrivati sabato a Kyiv per rilanciare la proposta di un cessate il fuoco immediato e senza condizioni. Al centro dei colloqui tra Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Keir Starmer, Donald Tusk, e il presidente Volodymyr Zelensky, l’ipotesi di una tregua di 30 giorni per avviare un nuovo percorso negoziale.
“C’è ancora molto lavoro da fare e numerose questioni aperte. Questa guerra deve finire con una pace giusta. Mosca va costretta ad accettare la tregua”, ha scritto su Telegram il capo di gabinetto della presidenza ucraina, Andriy Yermak.
L’iniziativa ha trovato l’appoggio esplicito di Washington. Secondo quanto riferito dal ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha, sabato è avvenuta una “telefonata proficua” con il presidente Donald Trump, centrata proprio sulla riattivazione del processo di pace. “Siamo pronti a un cessate il fuoco completo e incondizionato, su terra, mare e aria, a partire già da lunedì”, ha annunciato Sybiha. Un’intesa che, se accettata da Mosca, potrebbe aprire lo spazio per una vera trattativa.
Il segretario generale della NATO, Mark Rutte, ha confermato su X di aver partecipato a una videoconferenza con oltre venti leader internazionali. “Serve un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni come primo passo verso una pace duratura. Continueremo a sostenere concretamente l’Ucraina”, ha dichiarato.
Ma dal Cremlino, per ora, solo esitazioni. Il portavoce Dmitry Peskov, intervistato da ABC News, ha parlato di “sfumature da chiarire”, lasciando intendere che Mosca pretende garanzie sull’interruzione del flusso di armi occidentali verso Kyiv. Secondo Peskov, uno dei punti critici resterebbe l’espansione della NATO a Est, considerata da Putin come una delle “cause profonde” del conflitto.
Trump, nel frattempo, alza il tono. In un post su Truth Social, il presidente USA ha avvertito che “se il cessate il fuoco non verrà rispettato, Stati Uniti e alleati imporranno nuove sanzioni” contro la Russia. La nuova amministrazione Trump ha modificato radicalmente l’approccio alla guerra: Kyiv e le capitali europee temono un avvicinamento eccessivo della Casa Bianca a Mosca. Proprio per questo, i principali Paesi Ue si sono mossi per dimostrare compattezza, tanto sul piano diplomatico quanto su quello militare. Una prova di forza — e di autonomia — pensata anche per influenzare la linea americana.
“Una pace giusta e duratura parte da un cessate il fuoco pieno e senza condizioni. È la proposta che stiamo portando avanti con gli Stati Uniti”, ha scritto il leader francese Emmanuel Macron, aggiungendo che “l’Ucraina ha accettato la tregua già l’11 marzo. La Russia, invece, continua a ritardare, a porre condizioni, a guadagnare tempo mentre porta avanti la sua guerra di invasione”.
“Se Mosca dovesse continuare a ostacolare la tregua — ha proseguito il capo dell’Eliseo — aumenteremo la pressione, uniti come europei e in piena sintonia con Washington. Accogliamo con favore il sostegno espresso dal presidente Trump”.
Poco dopo, è intervenuta anche la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen. “Adesso la palla è nel campo della Russia. Se non rispetterà il cessate il fuoco, siamo pronti a imporre nuove sanzioni dure”, ha avvertito. “Il nostro obiettivo è chiaro: una pace giusta e duratura per l’Ucraina, essenziale per la sicurezza dell’intero continente”.