Meno di due settimane dopo che il presidente Donald Trump ha annunciato tariffe del 50 percento sui beni provenienti dalla piccola nazione africana del Lesotho, le autorità di regolamentazione delle comunicazioni locali hanno concesso a Starlink, la società satellitare di Elon Musk, la prima licenza ufficiale per operare sul posto. L’accordo in questione avrà una durata di dieci anni.
La decisione è stata menzionata in un promemoria interno del Dipartimento di Stato ottenuto dal Washington Post, in cui si afferma: “Mentre il governo del Lesotho negozia un accordo commerciale con gli Stati Uniti, si augura che la concessione della licenza a Starlink dimostri buona volontà e intenzione di accogliere le aziende statunitensi”.
Il Lesotho non è l’unico paese che ha deciso di strizzare l’occhio all’azienda di Musk nel tentativo di “ammorbidire” i dazi statunitensi. La società ha infatti stipulato accordi simili anche in India, Somalia, Congo, Bangladesh, Pakistan e Vietnam.
In India, i funzionari governativi hanno accelerato le approvazioni di Starlink con la consapevolezza che ciò potrebbe aiutarli a consolidare gli accordi commerciali con Washington.
Interpellato per un commento sulla vicenda, il Dipartimento di Stato ha dichiarato: “Starlink è un prodotto americano che ha rivoluzionato l’accesso a internet in aree remote del mondo. Ogni americano patriottico dovrebbe desiderare di vedere il successo di un’azienda nostrana sulla scena globale, soprattutto rispetto ai concorrenti cinesi”.
I documenti ottenuti dal Post non mostrano che il team di Trump abbia esplicitamente richiesto favori per Starlink in cambio di tariffe più basse. Tuttavia, il Segretario di Stato Marco Rubio ha richiesto, sempre più frequentemente, ai funzionari esteri di sollecitare le approvazioni normative per l’azienda satellitare di Musk, in un momento in cui la Casa Bianca chiede colloqui commerciali ad ampio raggio.
Il patron di Starlink è stato l’alleato chiave di Trump nel corso della campagna elettorale, durante la quale ha sostenuto il leader MAGA ed altri esponenti repubblicani sborsando l’astronomica cifra di 277 milioni di dollari.
Secondo altri esperti, invece, gli USA stanno tentando di convincere altre nazioni ad adottare Starlink per assicurarsi un vantaggio nella sfida alla Cina. Gli Stati Uniti sono infatti impegnati in una competizione con Pechino nel settore delle telecomunicazioni a livello globale, e Starlink rappresenta il principale operatore nazionale e internazionale nella connettività satellitare.
“Vogliamo che le aziende satellitari americane abbiano successo all’estero, soprattutto perché il nostro principale concorrente è la Cina”, ha spiegato Evan Swarztrauber, senior fellow presso la Foundation for American Innovation, “dovremmo raddoppiare gli sforzi per ottenere dagli altri paesi le autorizzazioni normative per le nostre aziende. Altrimenti, saranno le aziende cinesi a beneficiare dell’accesso al mercato”.
L’espansione internazionale di Starlink potrebbe generare flussi di entrate multimiliardari. Conquistare anche solo l’1% del mercato indiano della banda larga consumer potrebbe generare quasi 1 miliardo di dollari all’anno, con un potenziale di crescita analogo in America Latina e Africa.