Agostiniano, nato a Chicago, stretto collaboratore di Francesco per essere stato Prefetto del Dicastero per i vescovi, Robert Francis Prevost è il primo Papa statunitense, ha un passato di missionario e conosce bene l’America Latina. È stato anche il primo pontefice a parlare dal balcone in due lingue alla folla di San Pietro: italiano e spagnolo.
Con il nome di Leone XIV, Prevost diventa il 267° Papa. Sessantanove anni, tocca a lui raccogliere il lascito di Bergoglio, che lo aveva creato cardinale nel Concistoro del 30 settembre 2023.
Profilo discreto, curiale ma allo stesso tempo che ben conosce le “periferie esistenziali” tanto care a Francesco. Considerato il candidato di centro, ha riscosso il voto della Sistina per essere un pastore universale, lontano dagli schieramenti più estremi. Una lunga esperienza maturata in anni di attività missionarie e di gestione di diocesi e seminari in Perù. Prevost conosce i vescovi di tutto il mondo per il suo ruolo a capo del dicastero per i vescovi.
Il nuovo Papa aveva conosciuto Jorge Mario Bergoglio quando era arcivescovo di Buenos Aires. Dopo l’annuncio della morte, l’aveva ricordato così: “Era un uomo che voleva vivere autenticamente, con coerenza, il Vangelo. Voleva una Chiesa povera, che cammina con i poveri, che serve i poveri”.
Su questa scia, molto probabilmente, andrà il suo pontificato: pastore con l’odore delle pecore, impegnato anche per i migranti e contro il cambiamento climatico.
Certamente Leone XIV ha riunito i voti di America Latina e America del Nord. Qualcuno dice che a influenzare la scelta ci sarebbe stata anche la mano di Donald Trump, attraverso il negoziato del cardinale di New York, Timothy Dolan. Il presidente ha reagito subito su Truth Social: “Congratulazioni, è un grande onore rendersi conto che è il primo papa americano, non vedo l’ora di incontrarlo”.
Il nuovo Papa però in passato non ha temuto di scontrarsi con la Casa Bianca. In un tweet di febbraio, contestava direttamente il vicepresidente ripubblicando un articolo della rivista National Catholic Reporter: “JD Vance si sbaglia, Gesù non ci chiede di fare graduatorie nel nostro amore per gli altri”. In un’altra occasione ha ripostato un articolo contro la politica migratoria di Trump.
JD Vance is wrong: Jesus doesn’t ask us to rank our love for others https://t.co/hDKPKuMXmu via @NCRonline
— Robert Prevost (@drprevost) February 3, 2025
Prevost, Arcivescovo-Vescovo emerito di Chiclayo, è nato il 14 settembre 1955 a Chicago (Illinois, Stati Uniti). Nel 1977 è entrato nel noviziato dell’Ordine di Sant’Agostino (O.S.A.), nella provincia di Nostra Signora del Buon Consiglio, a Saint Louis. Il 29 agosto 1981 ha emesso i voti solenni. Ha studiato presso la Catholic Theological Union di Chicago, diplomandosi in Teologia.
All’età di 27 anni è stato inviato dall’Ordine a Roma per studiare Diritto Canonico presso la Pontificia Università San Tommaso d’Aquino (l’Angelicum). Ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 19 giugno 1982. Ha conseguito la Licenza nel 1984, quindi è stato inviato a lavorare nella missione di Chulucanas, a Piura, in Perù (1985-1986). Nel 1987 ha conseguito il Dottorato con la tesi: “Il ruolo del priore locale dell’Ordine di Sant’Agostino”. Nello stesso anno è stato eletto direttore delle vocazioni e direttore delle missioni della Provincia Agostiniana “Madre del Buon Consiglio” di Olympia Fields, in Illinois (USA). Nel 1988 è stato inviato nella missione di Trujillo come direttore del progetto di formazione comune degli aspiranti agostiniani dei Vicariati di Chulucanas, Iquitos e Apurímac. Lì è stato priore di comunità (1988-1992), direttore della formazione (1988-1998) e insegnante dei professi (1992-1998). Nell’Arcidiocesi di Trujillo è stato vicario giudiziario (1989-1998), professore di Diritto Canonico, Patristica e Morale nel Seminario Maggiore “San Carlos e San Marcelo”.
Nel 1999 è stato eletto priore provinciale della Provincia “Madre del Buon Consiglio” (Chicago). Dopo due anni e mezzo, il Capitolo generale ordinario lo ha eletto priore generale, ministero che l’Ordine gli ha nuovamente affidato nel Capitolo generale ordinario del 2007. Nell’ottobre 2013 è tornato nella sua Provincia (Chicago) per essere insegnante dei professi e vicario provinciale; incarichi che ha ricoperto fino a quando Papa Francesco lo ha nominato, il 3 novembre 2014, amministratore apostolico della Diocesi di Chiclayo (Perù), elevandolo alla dignità episcopale di vescovo titolare della Diocesi di Sufar. Il 7 novembre ha preso possesso canonico della Diocesi alla presenza del nunzio apostolico James Patrick Green; è stato ordinato vescovo il 12 dicembre, festa di Nostra Signora di Guadalupe, nella Cattedrale della sua Diocesi. È vescovo di Chiclayo dal 26 settembre 2015. Dal marzo del 2018 è stato secondo vicepresidente del Conferenza episcopale peruviana. Papa Francesco lo aveva nominato membro della Congregazione per il Clero nel 2019 e membro della Congregazione per i Vescovi nel 2020. Il 15 aprile 2020 il Papa lo ha nominato Amministratore Apostolico della diocesi di Callao. Dal 30 gennaio 2023 è stato Prefetto del Dicastero per i Vescovi e Presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina.