In arrivo l’accordo commerciale con la Gran Bretagna
Donald Trump dovrebbe annunciare oggi un nuovo accordo commerciale con la Gran Bretagna. Se confermato, si tratterebbe del primo dopo l’introduzione dei pesanti dazi contro decine di partner commerciali, che ha innescato ritorsioni a livello globale.
In un post su Truth Social, Trump è stato vago: “Grande conferenza stampa domattina alle 10, nello Studio Ovale, riguardo a un IMPORTANTE ACCORDO COMMERCIALE CON RAPPRESENTANTI DI UN PAESE GRANDE E ALTAMENTE RISPETTATO. IL PRIMO DI TANTI!!!” Però Trump ha detto che non intende interrompere o diminuire le tariffe contro la Cina per favorire i negoziati che dovrebbero cominciare in Svizzera.
Gli Usa e la Gran Bretagna di Keir Starmer sono in trattative da settimane, e un team di alti negoziatori britannici è atterrato a Washington mercoledì; si dibatte della riduzione dei dazi su automobili, prodotti agricoli e aziende tecnologiche Usa, ma Starmer ha escluso l’ipotesi di abbassare gli standard di produzione alimentare perché dà priorità alla firma di un accordo separato con l’UE, che dovrebbe allineare gli standard britannici a quelli europei.
L’effetto Trump congela il mercato immobiliare di Miami
Nella città della Florida, dove più della metà degli abitanti è nata all’estero, la stretta anti-immigrazione sta scoraggiando anche gli immigrati legali, paralizzando il mercato immobiliare. Mentre i mutui restano costosi e i costi assicurativi salgono, la paura per l’instabilità normativa rende più difficile comprare e affittare casa. Le vendite sono calate del 17% in un anno, sei volte la media nazionale. In forte calo anche gli affitti per gli immobili destinati a stranieri: -16% per i monolocali.
Trump cambia in corsa il candidato Surgeon General
A sorpresa, la Casa Bianca ha annullato ieri sera la nomina di Janette Nesheiwat alla vigilia dell’audizione al Senato e l’ha rimpiazzata con la dottoressa Casey Means, lodata da Trump per le sue credenziali “MAHA” di perfetta seguace di RFK Jr. Il Surgeon General è noto come il “medico della nazione” e ha il compito di fornire indicazioni scientifiche sulla salute pubblica e guidare il corpo sanitario federale.
Il National Park Service nel mirino
Secondo quanto riportato dal New York Times, l’amministrazione Trump starebbe valutando la cancellazione di decine di finanziamenti all’interno del National Park Service (il Servizio Parchi Nazionali). Lo staff del DOGE, “dipartimento per l’efficienza del governo”, di Elon Musk avrebbe creato un foglio di calcolo con l’elenco delle sovvenzioni federali destinate ai tagli, per un totale di circa 26 milioni di dollari. Ttra le motivazioni indicate per i tagli ai programmi figurano “cambiamento climatico/sostenibilità”, “DEI” (diversità, equità e inclusione) e “LGBQ”. Tra i programmi a rischio figura anche “Scientists in Parks”, che colloca studenti universitari, laureati e giovani scienziati in posizioni incentrate sulla gestione delle risorse naturali nei parchi nazionali.
Il NPS è stato già pesantemente colpito dalle prime ondate di licenziamenti imposte da Doge, insieme al Servizio Forestale degli Stati Uniti, che gestisce quasi 200 milioni di acri (circa 81 milioni di ettari) di terre pubbliche.
In Uganda si muore di fame e la colpa è (anche) di Trump
Le razioni alimentari per un milione di rifugiati in Uganda sono state completamente sospese questa settimana a causa di una crisi di finanziamenti al Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (WFP). Il WFP in Uganda aveva avvertito due settimane fa che erano urgentemente necessari 50 milioni di dollari (per assistere rifugiati e richiedenti asilo in fuga dai conflitti nella Repubblica Democratica del Congo, nel Sud Sudan e in Sudan. Hillary Onek, ministro ugandese per i rifugiati, ha dichiarato che la situazione è una conseguenza diretta dei tagli radicali agli aiuti: il blocco degli stanziamenti per gli aiuti esteri imposto da Donald Trump a gennaio e il taglio degli aiuti del Regno Unito il mese successivo.
L’Uganda ospita la più grande popolazione di rifugiati dell’Africa, con 1,8 milioni di persone, di cui 60.000 arrivate solo negli ultimi tre mesi.
Fra Vance e Rubio, Trump alimenta la sfida per il 2028
Il presidente ha affidato a JD Vance e Marco Rubio ruoli chiave nella sua Amministrazione e recentemente li ha indicati entrambi come possibili successori, alimentando una competizione che potrebbe segnare le primarie repubblicane del 2028. I due non sono nemici: hanno un rapporto di fiducia e cooperano strettamente su politica estera e sicurezza nazionale. Ma le loro traiettorie – Vance, voce del trumpismo più radicale e Rubio, figura più istituzionale – offrono visioni distinte per il futuro del GOP. Trump li elogia entrambi, si diverte a “mescolare le carte”, deciso a influenzare in modo decisivo la corsa futura con una sua eventuale investitura. Intanto, alcuni già sussurrano l’ipotesi di un ticket Vance-Rubio.
Melania come Greta Garbo: una diva non alla Casa Bianca
A 108 giorni dall’insediamento del marito, Melania Trump avrebbe trascorso meno di due settimane alla Casa Bianca. Le sue finestre sono sempre chiuse e le luci spente. Tra Manhattan e Mar-a-Lago, la sua assenza alimenta il mistero su un ruolo sempre più defilato. Il New York Times ironizza “E’ come avere Greta Garbo come first lady”.