La prima messa di Papa Leone XIV si è svolta venerdì 9 maggio presso la Cappella Sistina per i colleghi cardinali.
Nella sua prima omelia, Papa Prevost ha citato passi del Vangelo di Matteo, parlando prima in inglese e poi in italiano, promettendo di schierarsi con la “gente comune” e contro i ricchi e potenti, e invocando un’opera missionaria per aiutare a guarire le “ferite che affliggono la nostra società”.
L’elezione di Leone, il primo papa nato negli Stati Uniti, rappresenta un momento unico nella storia della Chiesa americana. Ma alcuni dei cardinali che lo hanno eletto hanno affermato che la sua vita di servizio ai poveri in Perù e il suo ruolo di alto livello in Vaticano sono stati molto più determinanti nel conclave che la sua nazionalità.
“Anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti”, ha detto il nuovo pontefice, “contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere”.
“Si tratta di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito”, ha aggiunto il Santo Padre, e poi rivolgendosi a tutti i cristiani: “Anche oggi non mancano poi i contesti in cui Gesù, pur apprezzato come uomo, è ridotto solamente a una specie di leader carismatico o di superuomo, e ciò non solo tra i non credenti, ma anche tra molti battezzati, che finiscono così col vivere, a questo livello, in un ateismo di fatto”.
Il nuovo Romano Pontefice è il numero 267. Subito dopo l’elezione, Leone XIV ha tenuto un lungo discorso alla folla dal balcone, di cui un pezzo anche in spagnolo rivolto alla sua diocesi peruviana. “Dio ci ama tutti, incondizionatamente. Ancora conserviamo nei nostri orecchi quella voce debole ma sempre coraggiosa di Papa Francesco. Papa Francesco che benediva Roma, dava la sua benedizione al mondo quella mattina del giorno di Pasqua. Consentitemi di dar seguito a quella stessa benedizione: Dio ci vuole bene, Dio ci ama tutti e il male non prevarrà. Siamo tutti nelle mani di Dio. Pertanto senza paura, uniti mano nella mano con Dio e tra di noi andiamo avanti”.
Congratulazioni e rallegramenti sono giunte a Leone XIV da tutto il mondo, e in molti hanno sottolineano quella parola, “pace”, che il Pontefice ha ripetuto più volte nel suo primo discorso alla folla (le sue prime parole sono state “La pace sia con voi”) accanto all’immagine della costruzione di ponti per una Chiesa unica, e che in una linea ideale si collega alla missione del suo predecessore.
Non solo: altro tema di continuità sono le migrazioni. I venezuelani, in fuga da un’economia devastata, hanno iniziato ad affluire in altri paesi andini del Sud America durante la pandemia di coronavirus. Migliaia di loro, molti dei quali quasi in miseria, sono arrivati a Chiclayo, nel nord del Perù, dove il vescovo locale era proprio Robert Francis Prevost (dal 2015 al 2023).
Alcuni peruviani e i loro leader hanno iniziato a nutrire risentimento verso i venezuelani, accusandoli di essere criminali, ha raccontato al New York Times il reverendo Pedro Vásquez, che all’epoca guidava una parrocchia nella diocesi di Chiclayo. “Ci fu una forte reazione negativa”, ha ricordato in un’intervista. Ma il vescovo Prevost, oggi Papa Leone XIV, non si è tirato indietro, ha detto il sacerdote: ha mobilitato chiese locali, clero e laici per nutrire, ospitare e prendersi cura dei migranti.
Non a caso, l’elezione di Prevost è stata accolta con passione non solo in Perù ma in molti paesi latino americani.
Un altro segnale viene dalla scelta del suo nome papale, che appare un chiaro riferimento a Leone XIII. Il Pontefice nativo di Carpineto Romano, paesello laziale sul cucuzzulo di una montagna dove il suo nome viene ancora pronunciato con commossa devozione, guidò la Chiesa cattolica nel difficile periodo (per il Vaticano) dopo l’unità d’Italia e la perdita dei possedimenti dello Stato pontificio. La sua enciclica Rerum Novarum (1891) contribuì a introdurre la Chiesa nel mondo moderno e a stabilire i principi di un apostolato sociale, attento alle masse trasformate dalla Rivoluzione industriale.