Nel corso di una lunga intervista rilasciata ai microfoni della CNN, l’ex vicepresidente americano Mike Pence si è detto alquanto preoccupato dai possibili effetti che potrebbero scaturire dai dazi globali sulle importazioni imposti da Donald Trump.
Pence ha inoltre criticato il piano promosso dal presidente statunitense, sostenendo che un imminente “shock dei prezzi” per l’economia e potenziali carenze porteranno gli americani a “chiedere un approccio diverso” alla Casa Bianca.
“Temo che con le tariffe contro amici e nemici, l’amministrazione stia promuovendo politiche che non sono mirate ai paesi che hanno abusato delle nostre relazioni commerciali, ma piuttosto sono nuove politiche industriali che provocheranno inflazione, danneggeranno i consumatori e, in ultima analisi, l’economia americana” ha dichiarato l’ex vice di Trump, “Mi preoccupa il fatto che, quando la cosiddetta pausa di 90 giorni sarà terminata, anche l’amministrazione ha ammesso che potrebbe esserci uno shock dei prezzi nell’economia e che potrebbero esserci delle carenze”.
Pence ha inoltre sostenuto l’utilizzo della minaccia dei dazi come leva, ma non come strumento politico, per incrementare gli scambi commerciali con le nazioni alleate. Ma ha chiarito che i consumatori americani potrebbero presto risentire delle ripercussioni della strategia economica di Trump.
“Nel fine settimana si è parlato di una riduzione di circa il 35% del numero di importazioni dirette verso il Pacifico”, ha aggiunto, “Penso che il popolo statunitense ne vedrà le conseguenze. Credo che chiederanno un approccio diverso al governo, e credo che questo approccio consista nel il libero scambio con le altre nazioni”.
Durante la prima amministrazione Trump, Pence ha detto di aver avuto “lunghe conversazioni” con il presidente sul commercio. Ha riconosciuto che i due hanno idee totalmente diverse su tale settore, con Trump che ha una “visione storica secondo cui, alla fine, una certa soglia minima di tariffe su tutte le merci che entrano nel Paese sarà utile alla nostra economia”.
Pence, al contrario, ha spiegato: “Dovremmo impegnarci con i nostri partner commerciali in tutto il mondo libero, per ridurre le barriere commerciali. Ma quando si tratta di regimi autoritari, dovremmo essere duri, e chiedere che aprano i loro mercati e rispettino la nostra proprietà intellettuale”.
L’ex vicepresidente ha infine parlato del Canada, paese storicamente alleato con gli USA, ma colpito ugualmente dai dazi trumpiani. Il leader USA, inoltre, nelle ultime settimane ha più volte affermato che la nazione dovrebbe diventare il 51° stato americano.
“Penso che il Canada sia stato un nostro grande alleato, i cui soldati hanno combattuto e sono morti al fianco degli americani in ogni guerra”, ha concluso Pence.