Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha rifiutato la proposta del leader russo Vladimir Putin di un cessate il fuoco di tre giorni. Una tregua di “almeno 30 giorni”, sostenuta dagli Stati Uniti, sarebbe “termine onesto” per la preparazione dei passi successivi. Lo ha riferito il capo di Kiev su Telegram prima e in una conferenza stampa a porte chiuse poi.
Zelensky ha definito la proposta di una tregua dall’8 all’11 maggio “una messa in scena, perché in due o tre giorni è impossibile elaborare un piano per i prossimi passi verso la fine della guerra”. L’Ucraina non “giocherà per creare un’atmosfera piacevole che permetta a Putin di uscire dall’isolamento il 9 maggio”, quando i leader di venti Paesi, fra cui il presidente cinese Xi Jinping e quello brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, arriveranno a Mosca per celebrare il Giorno della Vittoria, anniversario della Seconda Guerra Mondiale.
In passato, Putin aveva già dichiarato che avrebbe accettato una tregua di 30 giorni solo se l’Ucraina avesse smesso di ricevere aiuti militari dall’estero.
Il presidente ucraino ha ribadito che Kiev “è pronta per un cessate il fuoco immediato” se la Russia accetterà queste nuove condizioni e fermerà subito l’offensiva. Finora, infatti, Kiev ha segnalato continui attacchi da parte di Mosca, che avrebbero violato anche la tregua parziale sugli impianti energetici negoziata lo scorso 25 marzo.
Zelensky ha anche annunciato una serie di “sanzioni internazionali” contro “soggetti in Paesi terzi” che sostengono la Russia.