“Vorrei tanto una riconciliazione con la mia famiglia”. Dalla sua casa in California, dove vive con Meghan Markle e i loro due figli, il principe Harry rompe il silenzio. Il duca di Sussex si è aperto in un’intervista rilasciata alla BBC, trasmessa poche ore dopo che la Corte d’Appello britannica ha respinto il suo ricorso sulla revoca della protezione armata durante le visite nel Regno Unito.
“Non ha senso continuare a combattere”, ha aggiunto. “La vita è preziosa. Non so quanto tempo rimanga a mio padre. Lui non mi parla più, anche per via di questa storia della sicurezza. Ma sarebbe bello poterci riavvicinare”.
Le parole di Harry arrivano in un momento delicato: re Carlo III, 75 anni, è affetto da una forma non specificata di tumore, annunciata all’inizio del 2024. Da allora si sottopone a cure settimanali. Harry ha detto di non avere notizie precise sullo stato di salute del padre, che secondo lui continua a ignorare le sue chiamate.
Il duca di Sussex ha anche ammesso che la pubblicazione del suo controverso libro di memorie, Spare, nel 2023 ha scavato un solco profondo tra lui e il resto della famiglia reale. “Alcuni membri della mia famiglia non mi perdoneranno mai per averlo scritto. Né per tante altre cose”, ha detto. “Ma credo che l’unico ostacolo rimasto tra di noi sia la questione della sicurezza. E spero che mio padre possa contribuire a risolverla”.
La disputa legale, cominciata nel settembre 2021, ruota attorno alla decisione del comitato governativo RAVEC (Executive Committee for the Protection of Royalty and Public Figures) di revocare la protezione automatica a Harry dopo il suo passo indietro dai doveri ufficiali nel 2020 e il trasferimento negli Stati Uniti.
Harry aveva offerto di coprire di tasca propria i costi della sicurezza durante i soggiorni nel Regno Unito, ma il comitato aveva respinto la proposta, sostenendo che l’uso privato delle forze di protezione pubblica “andrebbe contro il principio” di equa distribuzione delle risorse, già scarse. In Gran Bretagna, gli agenti di scorta armata sono altamente specializzati e non facilmente sostituibili.
Dopo una prima bocciatura nel 2023, il duca aveva presentato ricorso, sostenendo che la revoca violasse le stesse regole interne del comitato e che mettesse a rischio la sua incolumità e quella della sua famiglia. La decisione della Corte d’Appello è arrivata venerdì, con la conferma che la procedura adottata da RAVEC — basata su valutazioni caso per caso per ogni visita — è legittima.
Secondo il giudice Geoffrey Vos, la scelta di trattare Harry con un protocollo “personalizzato” risponde a criteri di coerenza e proporzionalità. “È stata una reazione comprensibile e forse prevedibile al fatto che il duca di Sussex abbia rinunciato ai doveri reali e lasciato il Regno Unito”, ha affermato Vos leggendo la sentenza.
Il giudice ha anche ammesso che Harry “si sente maltrattato dal sistema” e che le sue paure per la sicurezza dei familiari sono sincere, ma ha concluso che ciò non rende le decisioni del comitato illegittime.
Durante il procedimento, i legali di Harry hanno presentato documenti in cui si elencano minacce specifiche alla sua sicurezza, parlando anche di “strati aggiuntivi di razzismo ed estremismo” che alimenterebbero gli attacchi contro la sua famiglia. In un’intervista rilasciata al Daily Telegraph dopo le udienze, il principe ha confidato di sentirsi “esausto” e “sopraffatto” da anni di battaglie legali.
In questi anni, Harry è tornato a Londra solo per occasioni solenni: i funerali della regina Elisabetta II, la cerimonia di incoronazione di Carlo, alcune udienze di tribunale. Ogni volta è stato necessario inoltrare richieste specifiche al comitato per ottenere una qualche forma di protezione statale, spesso affiancata da scorte private.