Lunedì, lungo il perimetro che costeggia il prato nord della Casa Bianca, sono state affisse circa cento foto segnaletiche che, secondo l’amministrazione federale, raffigurano immigrati con precedenti penali o accuse quali omicidio, rapimento, violenza sessuale su minori e stupro.
In questo modo, il governo intende celebrare le sue politiche restrittive contro l’immigrazione illegale, in occasione della giornata di oggi, la centesima del presidente Trump alla Casa Bianca. “Se sei un immigrato illegale negli Stati Uniti, questo messaggio è per te. Non puoi nasconderti dall’ICE. Ti stiamo cercando attivamente”, ha dichiarato Tom Homan, lo zar delle frontiere dell’amministrazione federale.
Le foto segnaletiche, che secondo la Casa Bianca mostrano cittadini stranieri insediatisi illegalmente nel Paese, sono state affisse a favore delle varie telecamere presenti all’esterno del North Lawn. “Vi daremo la caccia”, ha comunicato successivamente l’account X della Casa Bianca, “Affronterete la giustizia. Verrete deportati e non metterete mai più piede sul suolo americano”.
Nel corso dell’utlimo weekend, lo stesso Homan aveva decantato i successi ottenuti dal governo in materia di attraversamenti illegali, affermando che l’amministrazione “ha ottenuto il confine più sicuro nella storia di questa nazione, e il presidente Trump è riuscito a realizzarlo in sette settimane”. Ha inoltre aggiunto che finora sono state espulse circa 139.000 persone.
Tuttavia, al contempo, il governo federale, negli ultimi mesi, è stato duramente criticato per la gestione di alcuni arresti, in particolare dopo aver invocato una legge di guerra, l’Alien Enemies Act, per deportare gli immigrati sospettati di essere membri di gang in una prigione di massima sicurezza ad El Salvador, senza un giusto processo.
La Casa Bianca, da canto suo, ha ribadito che sta garantendo tutte le procedure previste dalle norme e di dover fare i conti con magistrati motivati politicamente che stanno abusando del loro potere.
Il giudice distrettuale statunitense David Briones di El Paso, in Texas, ha bloccato temporaneamente le deportazioni ai sensi dell’Alien Enemies Act. Nella sua sentenza ha scritto che “i requisiti di giusto processo per l’espulsione di cittadini stranieri sono da tempo stabiliti” dall’Immigration and Nationality Act e da precedenti sentenze della Corte Suprema degli Stati Uniti.
Nel weekend, invece, dopo un nuovo raid in Colorado, lo stesso Trump aveva affermato: “Se non vinciamo questa battaglia alla Corte Suprema, il nostro Paese, così come lo conosciamo, è FINITO! Sarà un CAOS infestato dalla criminalità”.