Giovedì, il Presidente Trump ha ordinato al Dipartimento di Giustizia di indagare su ActBlue, la piattaforma di raccolta fondi che sostiene praticamente ogni campagna democratica negli Stati Uniti. L’inchiesta mira apparentemente a verificare la possibile presenza di donazioni illegali e fittizie, e di contributi in denaro da parte di donatori stranieri.
Trump ha richiesto alla Procuratrice generale Pam Bondi un rapporto entro 180 giorni. L’azione del presidente rappresenta una minaccia per uno dei principali ingranaggi finanziari della sinistra, ostacolando potenzialmente la capacità dei Democratici di competere alle elezioni.
I Repubblicani del Congresso, da canto loro, hanno indagato separatamente su quelle che, a loro dire, sono le insufficienti misure di sicurezza presentate dalla piattaforma. Da giorni, i democratici temevano che la Casa Bianca stesse pianificando ordini esecutivi o memorandum che avrebbero preso di mira una serie di organizzazioni affini al loro partito. L’indagine repubblicana su ActBlue si concentrerà su affermazioni, finora infondate, secondo cui la piattaforma consentirebbe donazioni fittizie e donazioni dall’estero, entrambe vietate dalla legge federale.
“ActBlue svolge un ruolo fondamentale nel consentire a tutti gli americani di partecipare alla nostra democrazia e l’organizzazione rispetta rigorosamente tutte le leggi che ne regolano le attività”, ha dichiarato Megan Hughes, portavoce dell’azienda, “Saremo sempre risoluti nel difendere il diritto di tutti gli statunitensi a partecipare alla democrazia. ActBlue continuerà la sua missione senza remore e senza interruzioni, fornendo una piattaforma di raccolta fondi sicura e affidabile per i milioni di donatori che contano su di noi”.
Sulla vicenda è intervenuto anche il Comitato Nazionale Democratico, che ha comunicato: “Trump sta cercando di bloccare le donazioni legittime provenienti dai sostenitori che danno anche solo 5 o 10 dollari ai candidati che si oppongono al suo governo, rafforzando ulteriormente i miliardari corrotti che già controllano la sua amministrazione”.
Nel partito Democratico, ora, c’è il timore che qualsiasi ente che abbia utilizzato ActBlue possa presto ritrovarsi coinvolto in un’indagine da parte del Dipartimento di Giustizia. Da quando Trump è tornato alla Casa Bianca, la piattaforma di raccolta fondi è stata frequentemente oggetto di accuse spesso infondate.
Ad aprile, i leader di tre commissioni della Camera a guida repubblicana hanno accusato la società di non aver fatto abbastanza per prevenire le frodi. Il mese scorso, il deputato Andy Biggs dell’Arizona ha invece chiesto all’FBI di indagare se ActBlue avesse consentito ai democratici di “aggirare l’integrità delle leggi federali sul finanziamento delle campagne elettorali”.
“ActBlue è colpevole di furto d’identità criminale”, ha addirittura affermato Elon Musk, che nel corso dell’ultima campagna elettorale ha attaccato ripetutamente la piattaforma.
Musk ha contribuito con oltre 250 milioni di dollari alla campagna di Donald Trump e ci sono state accuse (anche se ancora non provate) che suggeriscono potenziali problemi legali riguardo al suo sostegno finanziario. Ad esempio, l’America PAC di Elon è stato accusato di aver gestito una lotteria illegale durante le presidenziali, in cui venivano offerti premi da 1 milione di dollari al giorno agli elettori registrati negli Stati in cui si svolgeva la campagna. L’attenzione del GOP, tuttavia, si concentra sulla raccolta fondi dei Democratici.