Secondo il nuovo rapporto annuale dell’American Lung Association (ALA), quasi 156 milioni di persone negli Stati Uniti vivono in aree che hanno ricevuto una “F” (bocciatura) per la qualità dell’aria. Smog, polveri sottili e ozono minacciano la salute del 46% della popolazione, con un netto peggioramento rispetto all’anno precedente: 25 milioni di persone in più risultano esposte a livelli pericolosi. Il rapporto punta il dito contro clima estremo, incendi e caldo record, ma anche contro il progressivo smantellamento delle norme ambientali durante l’amministrazione Trump. La città più inquinata resta Bakersfield, in California, mentre la più pulita è Casper, nel Wyoming.
L’allentamento delle regole dell’EPA (l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti), secondo gli esperti, mette a rischio oltre cinquant’anni di progressi.
“Se tagliamo fondi, personale e regolamenti – avverte l’associazione – l’aria che respiriamo sarà più sporca. E più pericolosa.”
Secondo l’American Lung Association, da quando è stato approvato il Clean Air Act – una legge federale degli Stati Uniti adottata nel 1963 ed entrata in vigore nel 1970, con lo scopo di regolare l’inquinamento e proteggere la qualità dell’aria a beneficio della salute pubblica e dell’ambiente – le emissioni dei sei principali inquinanti atmosferici sono diminuite del 78%.
“Da quando la legge è stata approvata, l’inquinamento atmosferico è complessivamente diminuito”, ha dichiarato alla CBC News Laura Kate Bender, vicepresidente associata dell’American Lung Association.
“La sfida è che negli ultimi anni stiamo iniziando a vederlo aumentare di nuovo, a causa del cambiamento climatico che favorisce le condizioni alla base degli incendi. La mancanza di piogge e il caldo estremo peggiorano l’inquinamento in molte aree del Paese.”