Elon Musk ha annunciato che ridurrà drasticamente il proprio impegno all’interno del dipartimento federale per l’efficienza governativa (DOGE) – incaricato di ottimizzare la spesa pubblica – a partire da maggio. La notizia è arrivata nello stesso giorno in cui Tesla ha diffuso risultati disastrosi per il primo trimestre del 2025: ricavi in calo, utile dimezzato, vendite in picchiata.
“Credo che il grosso sia stato fatto. Da maggio il tempo che dedicherò a Doge calerà in modo sensibile”, ha dichiarato Musk durante una call con gli investitori, specificando però che continuerà a svolgere “compiti essenziali” uno o due giorni alla settimana, “finché il presidente lo riterrà utile”.
Il suo incarico scade formalmente il 30 maggio, al termine del limite previsto di 130 giorni come funzionario speciale dell’esecutivo.
Intanto, Tesla ha registrato il trimestre peggiore degli ultimi tre anni. I ricavi sono scesi del 9% su base annua, fermi a 19,3 miliardi di dollari, contro i 21,45 attesi dagli analisti. Ancora più netto il crollo dell’utile: da 1,39 miliardi a 409 milioni di dollari, un -71% che ha scosso i mercati. L’utile per azione si è fermato a 27 centesimi, ben al di sotto delle previsioni (43).
A pesare, anche un calo del 13% nelle consegne: appena 336.681 veicoli nei tre mesi, il dato più basso dal 2022. Il titolo ha perso metà del proprio valore rispetto all’anno scorso. Si moltiplicano le vendite dell’usato Tesla, si registrano atti vandalici contro i veicoli, e il salone dell’auto di Vancouver ha escluso l’azienda dall’edizione di marzo. Come se non bastasse, è stato avviato il richiamo di 46.000 Cybertruck, quasi tutti quelli venduti finora.
Musk ha provato a rilanciare, evocando un futuro radioso. “Tesla non è mai stata così promettente”, ha detto l’uomo più ricco del mondo. “Il nostro valore è portare abbondanza sostenibile con robot accessibili e intelligenti. È il miglior futuro immaginabile: un’abbondanza per tutti, positiva per l’ambiente”.
In cima all’agenda, il debutto delle auto a guida completamente autonoma. “Entro fine anno si potrà dormire in auto e svegliarsi arrivati a destinazione, almeno in molte città americane”, ha promesso Musk. A giugno partirà il servizio Robotaxi, e per il 2026 l’obiettivo dichiarato è “milioni di Tesla operative in autonomia piena”.
Wall Street guarda con scetticismo ma senza panico. “Visti i timori della vigilia, questi numeri – pur negativi – sembrano quasi rassicuranti”, ha osservato Thomas Monteiro, senior analyst di Investing.com. “Anche nel momento peggiore, l’azienda riesce a generare 19 miliardi di dollari: se questo è il fondo, ci sono margini per risalire, soprattutto con l’arrivo dei nuovi modelli low cost e del Robotaxi”.
Altri analisti sono meno indulgenti. In una nota, Wedbush Securities sottolinea che il doppio ruolo di Musk ha creato un cortocircuito dannoso: “Se deciderà di restare alla Casa Bianca, il danno per il brand potrebbe essere permanente. Se invece tornerà a tempo pieno in Tesla, l’azienda riavrà il suo asset strategico”.
Musk respinge le accuse. “Non c’è una crisi di domanda, solo incertezza economica. Quando la situazione macro è instabile, la gente rimanda gli acquisti importanti”, ha detto. “In condizioni normali, non vediamo segnali di calo”.
Tesla ha preferito non rilasciare stime per il prossimo trimestre. Le prospettive restano legate a variabili difficili da controllare: politica commerciale globale, tempi di produzione, accelerazione dell’autonomia. Ma il report trimestrale contiene un avvertimento: “I mutamenti nel clima politico potrebbero incidere sensibilmente sulla domanda nel breve periodo”.