Martedì, Donald Trump ha cercato di ricucire, almeno pubblicamente, il rapporto con il presidente della Federal Reserve Jerome Powell. Soltanto 24 ore prima, il leader MAGA aveva definito quest’ultimo come un “gran perdente”, facendogli pressione affinché abbassasse i tassi di interesse.
Dinanzi al pool di giornalisti presenti nello Studio Ovale, Trump ha ribadito di non aver “alcuna intenzione” di licenziare Powell. “Questo è il momento perfetto per abbassare i tassi di interesse”, ha aggiunto il presidente, “Se non lo fa, è la fine? No, non lo è. Ma sarebbe un buon momento”.
Powell è alla guida della Fed dal 2018, dopo che lo stesso Trump lo aveva inizialmente nominato per l’incarico. L’ex presidente Joe Biden ha nominato Powell per un secondo mandato, portando la sua permanenza alla guida della banca centrale almeno fino al maggio 2026. Alcuni giorni fa, Trump aveva affermato sui suoi canali social che il licenziamento del leader delle Fed “non arriverà mai abbastanza in fretta”.
Il dietrofront del presidente americano è arrivato solo dopo che lunedì i mercati azionari hanno subito un ulteriore calo, preoccupati probabilmente dall’ipotesi di un intervento politico sulla banca centrale. Non è chiaro se Trump abbia il potere di licenziare Powell. Secondo la legge federale e i precedenti legali, i membri del consiglio di amministrazione della Federal Reserve, incluso il presidente, possono essere rimossi dai loro incarichi prima della scadenza del mandato solo “per giusta causa”.

Tuttavia, l’amministrazione Trump ha sostenuto di avere il diritto legale di licenziare membri di altre agenzie federali indipendenti, innescando una disputa sulla questione che potrebbe avere ampie conseguenze.
Da parte sua, Powell già alcuni mesi fa ha dichiarato che non si dimetterà se Trump gli chiederà di lasciare il suo incarico. La disputa tra i due ruota attorno alla decisione della Fed di mantenere invariati i tassi di interesse quest’anno. Tagliare i tassi può portare a una maggiore crescita economica e a minori costi di finanziamento per imprese e consumatori, motivo per cui Trump sta facendo pressioni sulla banca centrale. Al contempo, tassi più bassi possono anche far aumentare l’inflazione. E sebbene il tasso di inflazione sia ora ben al di sotto del picco del 2022, rimane al di sopra del parametro di riferimento del 2% su base annua.
La scorsa settimana, Powell ha avvertito che i dazi elevati imposti da Trump sulle importazioni dall’estero potrebbero portare a un nuovo aumento dell’inflazione e a un rallentamento della crescita economica. In seguito, il leader MAGA ha attaccato con una serie di dichiarazioni al vetriolo, rilasciate sui social, Powell, definendolo come “il Signor Troppo Tardi”, ed affermando che la Federal Reserve dovrebbe tagliare i tassi in modo più aggressivo perché “non c’è praticamente inflazione”.