Colpo di scena nella battaglia per la libertà di stampa: il tribunale ha dato ragione a Voice of America e ad altre emittenti pubbliche, silenziate dai tagli dell’esecutivo.
La decisione è arrivata come un contraccolpo potente in difesa dell’informazione: un giudice federale ha ordinato all’amministrazione Trump di reintegrare immediatamente giornalisti e collaboratori delle stazioni televisive, radiofoniche statunitensi Voice of America e Middle East Broadcasting Network. Secondo il togato Royce Lamberth, l’intervento, che aveva sospeso i lavoratori e bloccato i fondi stanziati dal Congresso, violava l’indipendenza dei media pubblici e comprometteva il diritto a un’informazione libera e imparziale.
Nel provvedimento, emesso a seguito del ricorso presentato dalla giornalista Patsy Widakuswara insieme ad altri colleghi, il tribunale ha disposto che tutti i membri degli staff vengano reintegrati nelle rispettive redazioni per riprendere le loro attività. L’obiettivo, ha precisato la Corte, è consentire loro di tornare a “fornire notizie affidabili, accurate, obiettive e complete” è stato quindi ribadito il valore di un giornalismo pubblico al servizio della collettività.
Il verdetto rappresenta una battuta d’arresto per i repubblicani, che lo scorso marzo avevano firmato un ordine per avviare tagli profondi all’Agenzia statunitense per i media globali USAGM, l’organismo federale che sovrintende alle emittenti pubbliche. Alla guida dell’ente, in qualità di amministratrice ad interim, è stata nominata Kari Lake, figura già finita al centro delle critiche per scelte considerate dannose per l’indipendenza editoriale delle testate.
Alcune fonti riferiscono che il giudice ha invitato l’amministrazione a “intraprendere tutte le azioni necessarie” affinché i giornalisti possano riprendere velocemente le proprie attività senza ulteriori interferenze e ha sottolineato come la missione del servizio debba rimanere orientata alla trasparenza e al rigore professionale, a prescindere da chi occupi la Casa Bianca.
L’ingiunzione che non si estende a Radio Free Europe, poiché ha presentato un’azione legale separata e rimane in attesa di una decisione specifica, segna un precedente importante e rilancia il dibattito sul ruolo della libertà di stampa.