Il processo segreto per l’elezione del Pontefice, recentemente illustrato dal thriller Conclave sul grande schermo – con Ralph Fiennes a renderlo più sexy – ha comunque tutto il fascino delle cerimonie vaticane.
Il prossimo papa sarà scelto dal Collegio dei Cardinali, le figure più alte della Chiesa cattolica, nominate dal pontefice, che si recheranno a Roma nei prossimi giorni per il conclave. Il termine deriva dal latino cum clave, che significa “con chiave”, a indicare che si svolge appunto segretamente: sotto chiave.
Ci sono più di 220 cardinali provenienti da oltre 70 paesi, ma solo circa 120 sono elettori (quelli che hanno superato gli 80 anni sono esclusi). Due terzi degli elettori cardinalizi sono stati nominati da papa Francesco negli ultimi dieci anni e rispecchiano in gran parte la sua visione di una Chiesa più inclusiva.
Una volta riuniti a Roma, di solito 15-20 giorni dopo la morte del papa, i cardinali si raccolgono sotto il magnifico soffitto affrescato da Michelangelo nella Cappella Sistina per iniziare le loro deliberazioni. Dopo che vengono pronunciate le parole extra omnes -tutti fuori – riferite a tutti eccetto i cardinali elettori e una manciata di ufficiali e medici, le porte vengono chiuse a chiave.
I cardinali prestano giuramento di assoluto segreto e non è loro permesso alcun contatto con il mondo esterno per tutta la durata dell’elezione. I loro telefoni vengono ritirati e non sono ammessi giornali, televisione, lettere o messaggi. La cappella viene anche controllata alla ricerca di microspie prima e durante il conclave.
I cardinali dormono e mangiano in una residenza costruita appositamente, la Casa Santa Marta, vicino alla Cappella Sistina, dove papa Francesco ha vissuto negli ultimi 12 anni.
Il conclave inizia con una celebrazione della messa, dopo la quale cominciano le deliberazioni e le votazioni. Si vota ogni giorno, mattina e pomeriggio, finché un candidato non raggiunge la maggioranza dei due terzi. Dopo ogni sette votazioni, c’è una giornata di pausa per preghiera e riflessione. Se non si raggiunge un risultato conclusivo dopo 30 votazioni, un candidato può essere eletto con la semplice maggioranza. Il conclave più lungo nella storia recente è stato quello del 1922, quando i cardinali impiegarono cinque giorni per scegliere il nuovo leader.
Qualsiasi uomo battezzato può essere eletto papa, anche se invariabilmente viene scelto un cardinale in carica. A ogni elettore viene consegnata una scheda con la scritta eligo in summum pontificem (eleggo il sommo pontefice) stampigliata in alto. Inseriscono il nome del prescelto, piegano la scheda e la depongono in un calice.
Il voto è segreto, ma ciò non significa che il processo sia immune da fazioni, intrighi e pressioni.
Dopo ogni turno di votazione, le schede vengono bruciate. Vengono aggiunte sostanze chimiche per rendere il fumo nero o bianco. La fumata nera che esce dal camino alto 18 metri indica un voto negativo; la fumata bianca annuncia al mondo che è stato eletto un nuovo papa.
Al candidato eletto viene chiesto se accetta l’elezione e, in caso affermativo, quale nome scelga come pontefice. I cardinali prestano obbedienza al nuovo papa, che viene condotto nella vicina Stanza delle Lacrime per essere vestito con la veste bianca, la papalina e le pantofole rosse. Tre completi di paramenti di taglie diverse vengono preparati in anticipo dai sarti vaticani.
Il decano dei cardinali si affaccia sul balcone principale della Basilica di San Pietro, davanti al quale migliaia di fedeli cattolici e turisti saranno radunati. Il decano proclamerà: “Nuntio vobis gaudium magnum: Habemus papam” – “Vi annuncio una gioia: Abbiamo un papa.”