Mentre lo scontro a distanza tra l’amministrazione Trump e la Harvard University prosegue, cominciano a circolare nuovi particolari riguardanti il “casus belli”.
Come rivelato dal New York Times, in settimana un funzionario della task force governativa contro l’antisemitismo ha comunicato ai vertici dell’ateneo che la lettera contenente una serie di richieste in materia di assunzioni, ammissioni e programmi di studio, inviata all’università la scorsa settimana, sarebbe stata spedita per errore, senza un’autorizzazione ufficiale.
E’ stata proprio la missiva in questione a dare il via allo scontro tra le parti, dato che Harvard, a differenza di altri istituti, ha rifiutato di cedere alle pressioni dell’amministrazione. Secondo alcune fonti, la lettera è stata inviata dal consulente generale del Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani, Sean Keveney, membro della task force sull’antisemitismo.
Il documento ha di fatto messo fine, almeno per il momento, alle possibilità dei vertici dell’ateneo di trovare un accordo con il team governativo. Dopo che Harvard ha pubblicamente respinto le richieste, l’amministrazione Trump ha congelato miliardi di finanziamenti federali, valutando inoltre di revocare lo status di esenzione fiscale di cui gode l’università dell’Ivy League.
Nonostante l’errore commesso nell’inviare la lettera in questione, alcuni funzionari governativi hanno incolpato l’ateneo per non aver continuato le trattative con la task force sull’antisemitismo. “È stata una negligenza da parte degli avvocati di Harvard non prendere il telefono e chiamare i membri del team, con cui avevano parlato per settimane”, ha dichiarato May Mailman, stratega senior delle politiche della Casa Bianca “Al contrario, Harvard ha lanciato una campagna di vittimismo”.
Al contempo, secondo Mailman le trattative tra le parti potrebbero riprendere qualora l’università cedesse alle richieste dell’amministrazione, scusandosi al contempo con i suoi studenti per aver consentito all’antisemitismo di regnare nel campus.
“Non ci è ancora chiaro esattamente quali, tra le recenti parole e azioni del governo, siano stati errori o cosa il governo intendesse effettivamente fare e dire”, hanno invece ribadito i vertici del prestigioso ateneo americano, “Ma anche se la lettera fosse un errore, le azioni intraprese dal governo questa settimana hanno conseguenze concrete su studenti e dipendenti e sulla reputazione dell’istruzione superiore americana nel mondo”.
Secondo il New York Times, i funzionari di Harvard sono rimasti scioccati dal fatto che un documento così importante, recante i loghi di agenzie governative e le firme di tre alti funzionari, potesse essere stato inviato per sbaglio. Tuttavia, nonostante l’errore commesso, il governo non sembra avere alcuna intenzione di ritirare le proprie richieste.