La Corte Suprema ha bloccato, momentaneamente, le deportazioni di tutti i migranti venezuelani detenuti presso il centro di Bluebonnet di Anson, nel Texas settentrionale, vietando all’amministrazione Trump di espellerli dal Paese servendosi dell’Alien Enemies Act, una legge di guerra risalente al 1798.
Con 7 voti favorevoli e due contrari, l’Alta Corte ha imposto al governo di seguire le sue direttive “fino a nuovo ordine”.I giudici hanno agito in seguito a un ricorso presentato dall’American Civil Liberties Union (ACLU), che sosteneva che le autorità per l’immigrazione sembravano voler riavviare le espulsioni servendosi dell’Alien Enemies Act. La stessa Corte Suprema aveva comunicato in aprile che le deportazioni potevano procedere solo se le persone in procinto di essere allontanate avessero avuto la possibilità di discutere il loro caso in tribunale e fosse stato concesso loro “un tempo ragionevole” per contestare l’espulsione in corso.
“Siamo profondamente sollevati dal fatto che la Corte abbia temporaneamente bloccato le espulsioni”, ha affermato Lee Gelernt, legale dell’ACLU, “Queste persone rischiavano di passare il resto della loro vita in una brutale prigione salvadoregna senza aver mai avuto un processo”. L’ACLU aveva già fatto causa per bloccare le deportazioni di due venezuelani detenuti nella struttura di Bluebonnet e aveva chiesto un’ordinanza che impedisse l’allontanamento di qualsiasi immigrato presente sul posto.
Venerdì, l’associazione ha spiegato che le autorità per l’immigrazione stavano accusando altri venezuelani detenuti di essere membri della banda Tren de Aragua: ciò li avrebbe resi vittima della legge tanto cara al presidente Trump. La norma in questione era stata usata l’ultima volta nel corso della Seconda Guerra Mondiale, per interare i giapponesi in America.
In queste settimane, l’amministrazione Trump ha affermato che grazie all’Alien Enemies Act avrebbe potuto espellere rapidamente i migranti ritenuti membri di pericolose gang, a prescindere dal loro status. Come riferito dal New York Times, oltre 50 venezuelani detenuti ad Anson rischiavano di dover lasciare il Paese, presumibilmente per raggiungere i loro connazionali già deportati dagli USA presso il famigerato carcere di massima sicurezza CECOT di El Salvador.
La situazione ad Anson era talmente urgente che gli avvocati dell’ACLU hanno presentato ricorsi in tre tribunali diversi nel giro di cinque ore venerdì. I legali hanno chiesto al giudice James Wesley Hendrix di emettere un’ordinanza immediata a tutela di tutti i migranti del Distretto Settentrionale del Texas. Dopo che il magistrato ha respinto la loro richiesta, hanno deciso di ricorrere alla Corte Suprema. Da canto suo, Drew C. Ensign, avvocato del Dipartimento di Giustizia, ha dichiarato che non erano previsti voli in partenza verso El Salvador venerdì sera o sabato mattina.
Già a metà marzo, il giudice federale James Boasberg, ordinò ai funzionari di Trump di sospendere tutte le deportazioni ai sensi dell’Alien Enemies Act. Ma nonostante ciò, tre aerei partirono dal Texas e atterrarono a El Salvador, con a bordo oltre 200 migranti. Boasberg sta ora valutando l’apertura di un’indagine per oltraggio alla corte.