Dopo oltre cinquant’anni, la polizia dell’Indiana ha chiuso uno dei casi irrisolti più sconvolgenti dello Stato. È stato identificato il presunto responsabile dell’omicidio di Phyllis Bailer, 26 anni, uccisa il 17 luglio 1972 mentre viaggiava in auto con la figlia di tre anni da Indianapolis a Bluffton nell’Indiana. Secondo gli investigatori, madre e figlia stavano andando a trovare i genitori della donna, ma a destinazione non ci sono mai arrivate.
Quella sera stessa, preoccupati, i genitori di Bailer ne denunciarono la scomparsa. Il giorno dopo, una donna alla guida nella contea di Allen fece una scoperta tragica: trovò Phyllis e la bambina in un fosso ai margini di una strada. La madre era morta e il corpo presentava segni di violenza, la figlia era rimasta miracolosamente illesa. A distanza di poche ore, l’auto della vittima venne ritrovata abbandonata con gli sportelli aperti nella contea di Grant.
Per decenni, il caso è rimasto senza colpevoli. Ma la svolta è arrivata grazie ai progressi nel campo della genetica forense. Analizzando il DNA recuperato dai vestiti della vittima, custoditi per oltre mezzo secolo negli archivi delle potenziali prove, gli investigatori sono risaliti a Fred Allen Lienemann, che aveva 25 anni all’epoca dei fatti. “Nel 1972 non esistevano i test del DNA, e solo nei primi anni ’90 sono diventati strumenti comuni per le indagini”, ha dichiarato la polizia di Stato dell’Indiana. Lienemann aveva precedenti penali e fu accusato di omicidio nel 1985. Quell’anno fu a sua volta ucciso a Detroit. Se fosse ancora in vita, spiegano le autorità, sarebbe stato formalmente incriminato per l’omicidio di Phyllis Bailer.