Secondo un nuovo studio pubblicato su The Lancet Planetary Health, il cambiamento climatico sta mettendo sotto pressione le scorte mondiali di sangue. Incendi, uragani e alluvioni ostacolano le donazioni, bloccano i trasporti e aumentano la domanda, creando squilibri proprio nei momenti di maggiore necessità. Negli Stati Uniti, nel solo 2025, la Croce Rossa ha già registrato quasi lo stesso numero di cancellazioni di donazioni del 2024, con migliaia di rinunce legate a disastri come l’uragano Helene o gli incendi a Los Angeles. Come si legge nello studio: “Questi eventi possono interrompere le attività di donazione di sangue, compromettere le infrastrutture di trasporto e di stoccaggio ed esacerbare la diffusione delle malattie infettive, influenzando così sia la sufficienza che l’efficienza delle forniture di sangue”.
Inoltre, le alte temperature stanno espandendo la diffusione di virus trasmessi per via ematica, come dengue, Zika e West Nile, riducendo il numero di donatori idonei. Gli autori dello studio chiedono una pianificazione mirata, sistemi di allerta precoce e l’uso dell’intelligenza artificiale per monitorare focolai infettivi e prevedere le criticità.
“Per molti pazienti che vivono con esigenze di assistenza medica urgente, le crisi non si fermano con i disastri naturali”, ha dichiarato Pampee Young, direttore medico della Croce Rossa americana. “Anzi, in alcuni casi, lo stress causato da un disastro può innescare una situazione critica per persone che combattono patologie come l’anemia falciforme”.
Lo studio sottolinea che garantire sangue sicuro e disponibile è una priorità assoluta per i sistemi sanitari di tutto il mondo. Secondo gli autori, una fornitura adeguata è essenziale per numerose procedure mediche, dagli interventi chirurgici alle cure per traumi, dai trattamenti oncologici alla gestione delle malattie croniche. L’integrità dei protocolli di sicurezza e delle catene di distribuzione è cruciale per prevenire le infezioni trasmissibili per trasfusione.