Negli Stati Uniti è da tutti conosciuto come “Mister cuscino”. Mike Lindell, il baffuto CEO di MyPillow, irriducibile sostenitore delle bugie elettorali di Donald Trump, ha dichiarato a un giudice del tribunale distrettuale di essere “in rovina” e di non essere in grado di risarcire la società che produce le macchinette per il voto Smartmatic. L’imprenditore l’ha diffamata diffamata durante la campagna per delegittimare la vittoria di Joe Biden alle elezioni del 2020.
In lacrime, nella corte federale di Washington, davanti al giudice Carl Nichols, con cui era collegato da remoto, Lindell ha dichiarato di essere finanziariamente “in rovina” e di non essere in grado di risarcire la Smartmatic di 56.396 dollari.
“Mister cuscino” ha affermato che, nonostante la sua azienda un tempo generasse un fatturato di 300 milioni di dollari all’anno, ora vive con mille dollari a settimana a causa delle “pendenze legali” in cui è coinvolto e non “ha cinque centesimi”. “Ho la proprietà di due case – ha detto al magistrato – ma sono sotto pignoramento così come il mio camioncino”.
Lindell ha affermato che lui e la sua azienda hanno debiti per oltre 70 milioni di dollari tra pagamenti arretrati e debiti con l’IRS, l’agenzie che gestisce le tasse, analoga all’italiana Agenzia delle Entrate.
Il giudice Nichols ha comunicato a Lindell che ha tempo fino a venerdì per fornire la documentazione finanziaria a sostegno delle sue affermazioni.
A febbraio, FedEx ha citato in giudizio Lindell per quasi 9 milioni di dollari sostenendo che l’azienda da mesi non pagava le spese di consegna.
Quando Trump ha preso parte alla Conservative Political Action Conference, un paio di mesi fa, aveva difeso Lindell portandolo come esempio dell’accanimento dell’FBI contro i suoi alleati politici. “È un uomo che ha sofferto molto perché gli scagnozzi dell’FBI lo hanno preso di mira e gli hanno portato via tutto. Hanno fatto soffrire lui e sua moglie. Gli hanno dato una caccia spietata perché è un uomo che ha mi ha difeso con forza”.
La controversia legale tra Smartmatic e Mike Lindell, è emersa nel contesto delle false accuse di frode elettorale legate alle elezioni presidenziali del 2020.
A gennaio 2022, Smartmatic lo ha citato in giudizio per diffamazione presso il tribunale federale del Minnesota. La società ha accusato Lindell di aver diffuso consapevolmente le fantasiose bugie secondo cui l’azienda avrebbe manipolato i voti durante le elezioni del 2020 e aveva orchestrato una campagna diffamatoria per aumentare la visibilità e le vendite dei suoi cuscini MyPillow, sfruttando il sensazionalismo derivato dalle sue accuse. Secondo la causa, le dichiarazioni di Lindell hanno danneggiato la reputazione e il valore di Smartmatic.
A conclusione del processo, il giudice del Minnesora aveva stabilito che Lindell doveva risarcire Smartmatic per le spese legali sostenute, i 56.369 dollari appunto, mentre l’importo per i danni economici causati all’azienda con le sue false affermazioni sarebbe stato determinato in un altro procedimento giudiziario che ancora non è cominciato e che si terrà nello stesso Stato. Nel frattempo, l’azienda ha raggiunto un accordo con Newsmax, un’altra emittente coinvolta nella diffusione di false affermazioni, che ha accettato di pagare 40 milioni di dollari per risolvere la controversia.
Dopo la sconfitta alle elezioni del 2020, Trump lanciò una campagna per delegittimare la vittoria di Biden con le bugie sui brogli elettorali e molti dei suoi sostenitori che le diffondevano sono finiti in gravi difficoltà finanziarie o legali per le loro affermazioni, citati in giudizio per diffamazione dalla Dominion Voting Systems e dalla Smartmatic. Questo perché Lindell ai microfoni di Fox News e altre tv di destra raccontava le fantasiose teorie del complotto elettorale. E la Dominion lo ha citato in giudizio chiedendo i danni per un 1,3 miliardi di dollari.

Anche Rudy Giuliani, l’ex sindaco di New York ed ex avvocato personale di Trump ha fatto dichiarazioni pubbliche e in tribunale sulle elezioni truccate e la Dominion lo ha citato in giudizio chiedendo un miliardo e 300 milioni di dollari di risarcimento. Per le sue farneticanti accuse portate in una cinquantina di tribunali per tutti gli Stati Uniti, accuse che è stato dimostrato che lui sapeva che fossero false, è stato radiato dall’Ordine degli Avvocati di New York. Ha dichiarato bancarotta personale nel 2023 dopo la condanna di 148 milioni per aver diffamato due scrutatrici della Georgia.
A loro si aggiunge Sidney Powell, l’avvocata che con Giuliani solcava le aule dei tribunali accusando Biden dei brogli. È stata radiata dall’albo degli avvocati per condotta non professionale. E anche per lei pesa l’accusa di aver diffamato le società che producono le macchine elettorali. Nel 2023 si è dichiarata colpevole in Georgia per interferenze elettorali e ha accettato di collaborare con l’accusa.
Un altro avvocato, Lin Wood che ha sostenuto le accuse di frode elettorale affermando in numerose interviste che Trump aveva vinto le elezioni e che una cabala segreta composta da comunisti internazionali, intelligence cinese e funzionari repubblicani aveva cospirato per creare i brogli per far vincere Biden. Prima di essere radiato dall’albo degli avvocati ha abbandonato l’esercizio della professione legale nel 2023.
Coinvolti nella fabbrica delle bugie anche i canali tv Newsmax e OANN (One America News Network) che hanno trasmesso e ampliato le accuse infondate di brogli. Entrambe le emittenti sono state citate in giudizio da Smartmatic e Dominion.
Newsmax ha patteggiato un risarcimento di 40 milioni di dollari nel 2024 per evitare il processo. OANN ha perso vari contratti di distribuzione (DirecTV, Verizon) e ha subito gravi perdite finanziarie.
Infine Fox News, la più ricca e la più penalizzata per aver volutamente diffondere le teorie complottiste ben sapendo che fossero false solo per mantenere lo stretto rapporto con i sostenitori di Donald Trump. Citata in giudizio dalla Dominion per diffamazione, ha patteggiato un accordo da 787 milioni di dollari il giorno prima che iniziasse il processo.