Lunedì l’amministrazione Trump ha adottato alcune misure che con ogni probabilità si tradurranno in nuove tariffe sui semiconduttori e sui prodotti farmaceutici, aggiungendosi così alle tariffe che il presidente Trump ha imposto sulle importazioni a livello globale.
Gli avvisi federali pubblicati ad inizio settimana, affermavano che il governo aveva avviato indagini, relative alla sicurezza nazionale, sulle importazioni di chip e farmaci, e sui macchinari utilizzate per le loro rispettive produzioni. Lo stesso leader MAGA ha suggerito che tali ricerche potrebbero comportare l’imposizione di dazi.
Kush Desai, portavoce della Casa Bianca, ha affermato che il presidente “è stato chiaro da sempre sull’importanza di riportare in patria le produzioni critiche, fondamentali per la sicurezza nazionale ed economica del nostro Paese”. I nuovi dazi sui semiconduttori e sui prodotti farmaceutici verrebbero emessi in base alla Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962, che consente al presidente di imporre tariffe per proteggere l’incolumità del Paese.
L’obiettivo principale di Trump, in tale caso, è però quello di rafforzare la produzione locale. Ad oggi, gli Stati Uniti dipendono fortemente dai chip importati da Taiwan e da altre aree dell’Asia, una tendenza che sia i Democratici che i Repubblicani hanno descritto come un grave rischio per la nazione. Per quanto riguarda i farmaci, invece, il leader MAGA già nelle scorse settimane aveva affermato che gli USA sono soliti importarne una quantità massiccia, senza più avere la capacità di produrli in casa propria. Diversi medicinali acquistati dagli Stati Uniti provengono da Cina, Irlanda e India.
Alcune aziende tecnologiche hanno risposto positivamente alle richieste del Presidente di investire di più negli Stati Uniti. La Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, il più grande produttore di chip al mondo, ha annunciato a marzo che spenderà 100 miliardi di dollari nel Paese, nei prossimi quattro, anni per espandere la propria capacità produttiva.
Lunedì invece, Nvidia, azienda leader nel settore dei chip, ha annunciato che produrrà supercomputer per l’intelligenza artificiale interamente negli Stati Uniti. Nei prossimi quattro anni, la società produrrà fino a 500 miliardi di dollari di infrastrutture per AI, in collaborazione con TSMC e altri colossi del settore.
La stessa Apple ha comunicato di essere pronta ad investire circa 500 miliardi per espandere i suoi impianti in tutta la nazione.
Mentre il governo lavora alle nuove tariffe sui chip e sui farmaci, il presidente ha inoltre anche lasciato intendere che alcune aziende automobilistiche potrebbero essere esentate momentaneamente dai dazi, per consentire loro di rilocalizzare le rispettive produzioni. “Hanno bisogno di un po’ di tempo, perché devono spostarsi qui”, ha detto Trump, “Sono una persona molto flessibile. Non cambio idea, ma sono flessibile”.
Dopo le parole del leader MAGA, le azioni di alcune case automobilistiche, come General Motors, Ford Motor e Stellantis, sono tornate a salire rispettivamente del 4.8%, del 5% e del 4,5 %.