Le promesse dell’Inflation Reduction Act, la legge che avrebbe dovuto garantire tutele per affrontare la crisi climatica, riformare il sistema sanitario e rendere il fisco più equo, rischiano di svanire nel gelo politico.
Oltre 22 tribù native, dall’Alaska all’Oregon, si sono viste congelare 350 milioni di dollari di fondi federali destinati a attività ambientali e infrastrutturali vitali: abitazioni sicure e sostenibili, centri di evacuazione, argini contro l’erosione.
I finanziamenti, stanziati sotto l’amministrazione Biden tramite l’Environmental Protection Agency, l’Agenzia per la Protezione Ambientale EPA, sono stati bloccati dalle nuove normative repubblicane. I progetti, in alcuni casi erano già in corso, come a Tyonek, un villaggio accessibile solo via aereo o chiatta, dove dovevano essere sostituire case contaminate da piombo e amianto.
“Eravamo entusiasti. Questa sovvenzione avrebbe cambiato la vita a molte persone”, ha raccontato Vide Kroto, direttrice di Tebughna Foundation, un’organizzazione no profit che aiuta le comunità indigene. Dopo le rassicurazioni, però, tutto si è fermato: il 7 marzo Kroto ha scoperto che lo stato del contributo risultava “sospeso” nel sistema federale ASAP. Nessuna comunicazione ufficiale, solo un improvviso silenzio.
Non si tratta di un caso isolato. Organizzazioni tribali in tutto il paese hanno trovato i propri fondi bloccati o scomparsi. In molti casi, la rivelazione è avvenuta accedendo semplicemente al portale dei pagamenti, senza preavviso né spiegazioni.
Secondo un ex consulente dell’EPA, Zealand Hoover, il sistema non è pensato per gestire continui blocchi a centinaia di sovvenzioni: “Non è nato per questo uso, e adesso lascia centinaia di comunità nel buio.”
Tra gli interventi a rischio, anche quello del villaggio nativo di Kipnuk, nell’Alaska occidentale, dove il cambiamento climatico ha accelerato l’erosione delle rive fluviali. Il luogo perde tra i 3 e i 9 metri di terra ogni anno, e i 20 milioni di dollari promessi risultavano cruciali per stabilizzare le sponde prima che il fiume inghiottisse case e infrastrutture. “Il tempo è essenziale”, ha spiegato Rayna Paul, direttrice ambientale della località: “Abbiamo una finestra ristretta per costruire. Un altro anno di ritardo e potremmo non farcela.”
Anche a Grand Ronde, in Oregon, le tribù locali avevano ottenuto 20 milioni per costruire un centro di evacuazione in caso di incendi. Il piano è ora fermo alla fase di progettazione, e il rischio è che i tempi si allunghino fino a compromettere l’intera iniziativa.
Nel frattempo, l’EPA guidata da Lee Zeldin ha spiegato via email che “ogni singola sovvenzione è soggetta a revisione per assicurare che i finanziamenti statali siano spesi in modo coerente con le priorità della nuova amministrazione.”
Ma per coloro che vivono in comunità remote e vulnerabili, la revisione si traduce in incertezza. A Tyonek, i costi dell’energia sono saliti vertiginosamente, tra 300 e 800 dollari al mese e molte famiglie si scaldano con carbone raccolto sulla spiaggia, nonostante i rischi per la salute. Le case sono datate, spesso inadatte a sopportare le condizioni climatiche estreme, e i giovani, crescono con il desiderio di tornare ad aiutare i propri cari.
Gussie Lord, avvocata dell’organizzazione specializzata in diritto ambientale Earthjustice, sostiene che i tagli “colpiscono proprio chi ha più bisogno, specialmente nelle aree rurali dove mancano altre fonti di sostegno.”