Negli Stati Uniti cresce il successo di corsi come Adulting 101, che insegnano competenze pratiche essenziali: come rammendare una camicia, scegliere un’assicurazione sanitaria o preparare un pasto in sicurezza. Offerti da college, biblioteche e persino bar durante l’happy hour, questi corsi intercettano il bisogno di una generazione consapevole delle proprie lacune pratiche, ma in ritardo nel raggiungere l’indipendenza.
Molte di queste iniziative nascono da ex studenti che hanno vissuto in prima persona il disorientamento del passaggio alla vita adulta. Uno di loro è Raffi Grinberg, che al suo primo giorno di lavoro in una grande società di consulenza si è trovato davanti alla scelta di un piano pensionistico… senza sapere da dove cominciare. Da questa esperienza è nato il suo libro How to Be a Grown Up (Come essere un adulto), diventato un punto di riferimento per chi cerca di affrontare la quotidianità con maggiore consapevolezza. Il testo guida il lettore con un tono tecnico ma accessibile, affrontando temi come la gestione delle finanze, la burocrazia sanitaria e l’organizzazione domestica.
Come riporta The Economist, Grinberg è stato ispirato a scrivere il libro proprio durante il suo primo giorno a Bain & Company, una società di consulenza gestionale, subito dopo la laurea. Lui e i suoi colleghi, tutti giovani diplomati in università d’élite, si sono ritrovati a dover scegliere tra diversi piani di assicurazione sanitaria, decidere quanto del proprio stipendio destinare alla pensione e affrontare altri compiti finanziari quotidiani. “Ognuno di noi è uscito nel corridoio e ha chiamato i propri genitori”, racconta Grinberg. “Eravamo laureati in scuole prestigiose, eppure non sapevamo da dove cominciare”.
Il sociologo Keith Hayward, dell’Università di Copenaghen, ha analizzato il fenomeno nel saggio Infantilized: How Our Culture Killed Adulthood, in cui sostiene che l’origine di questa difficoltà risieda in un cambiamento generazionale profondo. Secondo Hayward, i giovani adulti di oggi appaiono meno maturi rispetto ai loro coetanei di qualche decennio fa: si tengono alla larga da responsabilità tradizionali come il matrimonio, la proprietà di una casa o l’educazione dei figli, perché – come dichiarano molti studenti – “l’età adulta è difficile”.
Il sociologo sottolinea anche un altro aspetto: i giovani della cultura occidentale tendono ad assecondare fantasie infantili, evitando il confronto con la realtà e con i modelli delle generazioni precedenti. “Genitori e nonni sono spesso percepiti come incapaci di usare il Wi-Fi e quindi ritenuti inaffidabili anche per dare consigli di vita. Ma se vengono meno queste figure di riferimento, si crea un vuoto educativo”, osserva Hayward. “Nascono così gruppi di giovani che hanno un reale bisogno di imparare ad affrontare la vita quotidiana in modo autonomo”.