La strage della domenica delle Palme. Così è stato definito l’attacco missilistico sferrato dalla Russia a Sumy, una cittadina nel Nord-Est dell’Ucraina a 50 chilometri dal confine. Oltre 34 i morti, fra cui anche due bambini, e più di 120 i feriti. È l’aggressione peggiore sui civili del 2025. Distrutti almeno 20 edifici, inclusi quattro istituti scolastici, dove si concentrava la maggior parte delle persone.
“Solo un bastardo può fare una cosa simile”, ha decretato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, denunciando l’atto come “terrorismo deliberato”. “I missili nemici colpiscono una normale strada cittadina, la vita di tutti i giorni e questo avviene in un giorno in cui le persone vanno in chiesa: la Domenica delle Palme, la festa dell’ingresso del Signore a Gerusalemme”. E poi ha rilanciato un appello per un cessate il fuoco, perlomeno temporaneo, da raggiungere il prima possibile.
La comunità internazionale ha condannato l’attacco. Da Washington, il presidente Donald Trump lo ha definito “una cosa orribile” e ha aggiunto: “Mi è stato detto che hanno commesso un errore. Penso che sia una cosa orribile. Penso che l’intera guerra sia una cosa orribile”. Dall’insediamento, gli Stati Uniti stanno lavorando per riprendere i negoziati con la Russia. Pochi giorni fa, l’inviato USA Steve Witkoff aveva incontrato Vladimir Putin a Mosca per trovare un accordo sulla tregua parziale, senza successo. Il Cremlino ha chiesto di escludere dalle operazioni belliche il Mar Nero (territorio già violato) e le infrastrutture energetiche.
Anche Giorgia Meloni, presidente del Consiglio italiano, ha condannato l’attacco. “Nel giorno sacro della domenica delle Palme, a Sumy si è consumato un altro orribile e vile attacco russo, che ha causato ancora una volta vittime civili innocenti, tra cui anche bambini, violenze inaccettabili che contraddicono ogni reale impegno di pace, promosso dal presidente Trump e sostenuto convintamente dall’Italia e dall’Europa”.
Finora gli attacchi russi si erano concentrati soprattutto nelle zone dell’Ucraina meridionale. L’ipotesi di un’offensiva anche nel Nord, aprendo così un altro fronte di guerra, sarebbe letale per Kiev che continua a chiedere sostegno militare agli alleati sempre più in difficoltà.