L’ex CEO di Blackwater, Erik Prince, e un team di appaltatori della Difesa stanno proponendo alla Casa Bianca un piano per incrementare notevolmente le deportazioni verso El Salvador.
Il piano, che prevede il trasferimento di migliaia di persone dai centri di detenzione statunitensi a una prigione di massima sicurezza dell’America centrale, riguarderà gli “immigrati clandestini criminali”. Per evitare controversie legali, inoltre, Prince e soci suggeriscono di designare parte del famigerato carcere CECOT di El Salvador, già sotto la lente d’ingrandimento dei gruppi per i diritti umani, come territorio americano.
Al momento, non è chiaro quanto seriamente la Casa Bianca stia considerando il piano di Prince: tuttavia, funzionari a conoscenza dei fatti, hanno affermato che l’amministrazione federale ha avuto diversi contatti con l’ex CEO di Blackwater, e che ora sta valutando il da farsi.
Una delle fonti, inoltre, ha affermato che si aspetta che la proposta venga discussa durante la visita alla Casa Bianca del presidente di El Salvador Nayib Bukele, prevista per lunedì.
La proposta metterebbe Prince a capo di uno straordinario sforzo di privatizzazione delle deportazioni, compreso il trasporto di decine di migliaia di detenuti dalle celle di detenzione americane alla prigione di El Salvador. Per operare in tale settore, in attesa di un riscontro da Washington DC, l’ex CEO di Blackwater in settimana ha registrato nel Wyoming una LLC chiamata 2USV.
Non è la prima volta che il contractor militare tenta di ottenere un accordo con il governo. Poco meno di due mesi fa, propose alla Casa Bianca un programma per accelerare le deportazioni di massa attraverso l’uso di una rete di “campi temporanei” nelle basi militari, una flotta privata di 100 aerei e un “piccolo esercito” di cittadini privati autorizzati a effettuare arresti.
Ora, con il suo nuovo piano, Prince ha affermato che il suo team, in collaborazione con le autorità di El Salvador, provvederà a “raccogliere 100.000 dei peggiori criminali” dalle carceri statunitensi, ed a deportarli a bordo di aerei presso il famigerato carcere di massima sicurezza dell’America centrale.
Il gruppo di contractor militari ha inoltre affermato che avrà bisogno di accedere agli archivi governativi sull’immigrazione delle forze dell’ordine per determinare lo status di coloro che rischiano di essere deportati, intrecciando ulteriormente l’impresa privata con le operazioni governative.
“Questo contratto non solo risolverà i problemi legali relativi all’espulsione degli stranieri che hanno commesso reati, ma migliorerà anche la capacità del governo di localizzare, catturare, trattenere ed espellere questi ultimi”, hanno spiegato Prince e soci.
Il team afferma inoltre che collaborerà con i pubblici ministeri per “stipulare accordi con le persone incarcerate, in base ai quali si rinuncerà a parte della loro pena detentiva in cambio della concessione di un ordine di espulsione”.
Il programma, infine, include un “Trattato di Cessione”, in modo che una parte del complesso carcerario di El Salvador possa diventare territorio statunitense, in quanto “trasferire un detenuto in una struttura del genere non costituirebbe né un’estradizione né una deportazione”.