Negli Stati Uniti sta prendendo piede il fenomeno delle micro-retirements, o mini-pensioni: periodi di pausa volontaria dal lavoro, spesso non retribuiti, che molti giovani scelgono per ricaricare le energie, viaggiare o riflettere su nuove direzioni professionali. Non si tratta di sabbatici concessi dalle aziende, ma di interruzioni intenzionali e autofinanziate. Naturalmente, non tutti possono permettersele, ma chi lo fa racconta un’esperienza profonda e trasformativa.
Secondo diversi studiosi, questa tendenza riflette un cambiamento culturale nel rapporto tra lavoro e vita privata, rafforzato anche dall’esperienza della pandemia: sempre più persone smettono di considerare il lavoro come priorità assoluta e iniziano a mettere al centro il proprio benessere fin da subito, senza aspettare la pensione. In particolare, si ipotizza che la diffusione di queste pause sia una reazione alla cultura americana tradizionalmente orientata alla produttività e alla carriera a lungo termine.
Kira Schabram, docente all’Università di Washington nell’ambito del comportamento organizzativo e delle questioni sociali, sta conducendo una ricerca proprio sulle mini-pensioni. Secondo lei, il fenomeno è in crescita: “Le persone stanno solo prendendo la situazione nelle proprie mani”, afferma. Dai dati raccolti nelle numerose interviste a giovani che hanno già vissuto questa esperienza, emergono benefici significativi: maggiore fiducia in se stessi, chiarezza mentale e una più profonda consapevolezza nella definizione del proprio percorso professionale. La ricerca ha suscitato l’interesse anche di organizzazioni non profit e datori di lavoro del settore pubblico, che stanno valutando politiche di pausa retribuita per attrarre nuovi talenti.
Anche Christopher Myers, professore associato di management alla Johns Hopkins Carey Business School di Baltimora, sottolinea come l’esperienza della pandemia abbia modificato l’approccio delle nuove generazioni al lavoro. Molti giovani oggi si sentono meno motivati a restare a lungo nella stessa azienda, e appaiono più attenti al bilanciamento tra impegno professionale e qualità della vita.