Dopo oltre dodici mesi trascorsi in un carcere russo con l’accusa di tradimento, Ksenia Karelina è finalmente tornata a casa. A confermare la notizia è stato il segretario di Stato americano Marco Rubio, che ha annunciato il rilascio della cittadina russo-americana tramite un post sui social media.
Sebbene non siano stati forniti dettagli ufficiali sull’accordo, fonti del Wall Street Journal hanno indicato che la liberazione sarebbe avvenuta nell’ambito di uno scambio di prigionieri tra le due agenzie di intelligence.
Karelina, una ballerina residente in California, era stata fermata nel 2023 mentre si trovava nella ex nazione sovietica. Le autorità russe l’avevano accusata di aver effettuato una donazione di circa 51 dollari a un’organizzazione umanitaria statunitense che aiutava gli ucraini colpiti dalla guerra, considerandola un’azione contro lo Stato. Dopo essersi dichiarata colpevole, era stata condannata a 12 anni di carcere per slealtà.
Rubio ha riferito che il rilascio della 33enne è stato ottenuto dal presidente Trump. Anche il direttore della CIA, John Ratcliffe, ha attribuito al leader del GOP il merito di aver riportato a casa la giovane detenuta ingiustamente e ha elogiato l’impegno degli ufficiali che hanno reso possibile l’operazione.
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, lo scambio sarebbe avvenuto ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, attraverso un canale diretto tra Ratcliffe e un alto membro dell’intelligence russa rimasto anonimo. Un contatto diplomatico che, stando agli analisti, rifletterebbe un tentativo dell’amministrazione repubblicana di riavvicinarsi al Cremlino, nel contesto più ampio degli sforzi per promuovere un negoziato di pace tra Russia e Ucraina.
In cambio della liberazione di Karelina, sarebbe stato consegnato Arthur Petrov, un uomo con doppia nazionalità russo-tedesca, arrestato a Cipro nel 2023 per presunto traffico di microelettronica sensibile.
Chris Van Heerden, il fidanzato della danzatrice, ha raccontato che fu la compagna stessa a desiderare di tornare nel suo paese d’origine per fare visita ai suoi familiari, rassicurandolo sul fatto che sarebbe stata al sicuro grazie alla sua doppia cittadinanza.
Karelina non è l’unica americana ad aver sperimentato il sistema penale euroasiatico negli ultimi anni. In un contesto di crescenti tensioni tra Mosca e Washington, sono diversi i cittadini statunitensi arrestati e detenuti con accuse spesso pretestuose. Tra loro figuravano il giornalista Evan Gershkovich, l’insegnante Marc Fogel e l’ex marine Paul Whelan, tutti liberati in precedenti trattative.
Altri, invece, restano ancora dietro le sbarre: il sergente dell’esercito Gordon Black, il musicista Travis Leake e l’anziano Robert Gilman. Particolarmente delicato anche il caso di Stephen Hubbard, condannato per aver combattuto con l’esercito ucraino, e quello di Joseph Tater, tuttora in attesa di processo dopo un’aggressione a un agente di polizia.