Tra guerre commerciali e tensioni internazionali, c’è una priorità che Donald Trump non ha mai smesso di inseguire: l’acqua che scorre o meglio, non scorre abbastanza forte dalle docce degli americani.
Con un nuovo ordine esecutivo, il Presidente ha cancellato il limite imposto all’epoca da Barack Obama e confermato da Joe Biden, che fissava il flusso massimo a circa 9,4 litri al minuto. La Casa Bianca con questo provvedimento mira a “ripristinare la libertà della doccia” e a chiudere definitivamente quella che è stata definita una lunga stagione di restrizioni idriche introdotte dalle amministrazioni precedenti.
Trump ha sempre mostrato una certa ossessione per la questione, al punto da trasformarla in uno dei simboli della sua crociata contro le regolamentazioni federali. Ha dichiarato che solo per bagnarsi i capelli ha bisogno di rimanere sotto l’acqua per almeno 15 minuti, definendo ridicola l’attuale portata. La cura maniacale del suo “ciuffo perfetto” richiede una “vera” doccia, non un flusso a gocce.
La norma appena firmata amplia il campo d’azione anche a lavandini e servizi igienici, e determina la contrarietà agli standard di risparmio introdotti per risparmiare il prezioso liquido e ridurre l’impatto ambientale. Washington ha sottolineato che questa misura è parte integrante dell’impegno a voler eliminare “regolamentazioni inutili” e a rimettere gli americani al centro.
Alcuni osservatori, però, non sembrano condividere lo stesso entusiasmo. Andrew deLaski, direttore esecutivo dell’Appliance Standards Awareness Project, un’organizzazione non profit statunitense che si occupa di promuovere la sostenibilità, ha commentato che è stato sorprendente vedere un memorandum presidenziale includere tra le priorità i soffioni delle docce e i servizi igienici.
Non è la prima volta che “The Donald” si scaglia contro le leggi di risparmio idrico. Già nel 2019 aveva lamentato che, a causa della scarsa pressione, le persone erano costrette a tirare lo sciacquone anche dieci o quindici volte. E nel 2023 aveva ribadito che nelle case moderne l’acqua scendeva “talmente lentamente”, da non rendere possibile un’igiene completa.
Durante il suo primo mandato, il politico aveva già eliminato standard più severi sull’efficienza energetica delle lampadine, giustificandosi con la necessità di offrire ai consumatori maggiore libertà di scelta. Anche in quel caso, le sue decisioni erano state duramente criticate: Xavier Becerra, all’epoca procuratore generale della California, le aveva definite “una mossa stupida che avrebbe portato allo spreco di energia a spese del pianeta”.
Con questo nuovo ordine esecutivo, il leader del GOP rilancia una delle sue battaglie più insolite ma simboliche. Per alcuni il gesto rappresenta una ritrovata libertà individuale. Per altri, un passo indietro che trascura le urgenze ambientali del presente.