Martedì sera, il presidente Trump ha tenuto un discorso in occasione della cena di gala del National Republican Congressional a Washington DC, durante il quale ha difeso strenuamente il suo piano tariffario globale.
Mentre le conseguenze immediate del suo annuncio sulle tariffe hanno comportato ingenti perdite nel mercato azionario, il leader MAGA continua a sostenere che queste ultime spingeranno i vari paesi a cercare di negoziare un accordo con gli Stati Uniti, stimolando così l’economia.
“So cosa diavolo sto facendo”, ha annunciato Trump una volta presa la parola, “Molte nazioni ci hanno derubati a destra e a manca. Ma ora tocca a noi”. Subito dopo, il presidente è stato ancora più esplicito, aggiungendo: “Questi Paesi continuano a chiamarmi, mi baciano il c*lo…Muoiono, muoiono dalla voglia di fare un accordo. ‘Per favore, per favore, signore. Farò qualsiasi cosa’”.
Trump ha inoltre affermato: “E poi vedrò qualche repubblicano ribelle – qualche ragazzo che vuole mettersi in mostra e dire ‘Penso che il Congresso dovrebbe prendere in mano i negoziati’. Lasciatemelo dire, voi non negoziate come faccio io”.
Il leader MAGA si è poi concentrato sulla Cina, spiegando che le tariffe del 104% applicate sulle importazioni dal Paese orientale “potrebbero sembrare ridicole”, aggiungendo però che in passato Pechino aveva adottato dazi superiori al 100% contro gli USA. “La Cina ora pagherà una grossa cifra al nostro erario. Sono tutte tasse”, ha detto il presidente.
Trump si è anche vantato di aver avuto i “100 giorni di maggior successo nella storia di questo Paese”, dimenticando a quanto pare i crolli dei mercati azionari globali dopo l’annuncio dei dazi. Durante il suo intervento, ha inoltre ribadito la volontà di annunciare nuove tariffe che presto colpiranno il fattore farmaceutico. L’obiettivo del governo sarà quello di riportare in questo modo negli USA la produzione di farmaci. Tuttavia, al momento non è stato rivelato quando scatteranno i nuovi dazi su questi prodotti.
“Sono orgoglioso di essere il presidente dei lavoratori, non dei subappaltatori”, ha concluso il leader repubblicano, “il presidente che si batte per Main Street, non per Wall Street; che protegge la classe media, non la classe politica; e che difende l’America, non gli imbroglioni del commercio in tutto il mondo”.