Santa Marta, una cittadina sul mare, località turistica affacciata sul mare dei Caraibi, sulla costa della Colombia. Qui è morto Alessandro Coatti, il biologo molecolare italiano su cui indaga la procura di Roma. L’allarme è stato dato domenica 6 aprile per una valigia sospetta abbandonata vicino allo stadio: dentro, la testa e le braccia dell’uomo, identificato grazie al bracciale di un albergo che aveva a un polso. Altri pezzi del cadavere smembrato sono stati ritrovati in un altro quartiere di Santa Marta.
Si indaga per omicidio e l’inchiesta romana è guidata dal procuratore capo Francesco Lo Voi mentre le informazioni sul decesso misterioso de 42enne sono diramate dall’ambasciata italiana a Bogotà. Coatti sarebbe stato in America del Sud per turismo: aveva già visitato Perù, Bolivia ed Ecuador. In Colombia era stato al parco naturale Tyrona. Viaggiava solo; a Santa Marta era arrivato giovedì scorso, da venerdì non se ne avevano più notizie.
Secondo alcuni esperti colombiani, Coatti potrebbe essere stato ucciso da gruppi paramilitari. “Chi ammazza in questo modo nella regione sono quelli del Clan del Golfo e le Autodefensas Conquistadores de la Sierra”, ha detto al sito de El Tiempo l’esperto di conflitti territoriali, Lerber Dimas. “Esiste un chiaro schema ricorrente in questi crimini: corpi torturati, smembrati, infilati in sacchi della spazzatura o di caffè e abbandonati sulle strade rurali”, ha affermato a sua volta la specialista in diritti umani, Norma Vera Salazar, secondo cui “questi tipi di omicidi vengono utilizzati dai gruppi di autodifesa per inviare messaggi di allerta, incutere paura e marcare il territorio”.
Secondo fonti vicine all’indagine però non ci sarebbero elementi che colleghino Coatti al traffico di droga o ad attività criminali organizzate.
L’ambasciata italiana a Bogotà sta assistendo la famiglia in tutti i passi necessari per l’identificazione del corpo, oltre a collaborare con le autorità per le indagini. Secondo le prime ricostruzioni, sabato sera l’uomo era uscito per recarsi in un locale notturno ma non ha più fatto ritorno in albergo.
Nato a Portomaggiore nel 1986 e cresciuto ad Alfonsine, in provincia di Ravenna, aveva frequentato il liceo ad Argenta (Ferrara). Racconta lo zio paterno, Giovanni Coatti: “Dopo il diploma è andato alla Normale di Pisa e poi a Londra; viveva là”. Il biologo si era licenziato proprio perché “gli era venuta voglia di andare a vivere in America del Sud”, era andato a visitare vari Paesi. “Sarebbe dovuto rientrare la settimana prossima”. Il corpo, ha aggiunto Coatti, non sarà rilasciato prima della fine delle indagini. “Non so cosa sia successo”, aggiunge lo zio. “Non si saprà mai. A questo punto era meglio non ritrovare i resti”.