La Corte Suprema ha stabilito che l’amministrazione Trump può continuare a deportare i migranti venezuelani in base all’autorità dell’Alien Enemies Act. Il Dipartimento di Giustizia aveva chiesto all’Alta Corte un provvedimento d’urgenza dopo che un giudice federale aveva bloccato le deportazioni con un’ordinanza restrittiva temporanea; domani mattina si sarebbe dovuta tenere un’udienza per imporre un’ingiunzione preliminare più duratura. La maggioranza, nella decisione 5-4, ha affermato che ai venezuelani deve essere concesso un “tempo ragionevole” per contestare legalmente la loro deportazione.
Prima dell’ordine del giudice Boasberg del 28 marzo di fermare le deportazioni, l’amministrazione Trump aveva trasportato 137 migranti venezuelani in una prigione di El Salvador nota per le violazioni dei diritti umani, sostenendo che i deportati facevano parte di una banda chiamata Tren De Aragua. I deportati non sono mai stati davanti a un giudice in un processo penale o a un’udienza per l’immigrazione prima di essere messi su un aereo. La causa è stata intentata da cinque migranti detenuti in un centro di detenzione in Texas, per contestare l’invocazione da parte dell’amministrazione Trump dell’Alien Enemies Act (AEA) – una legge del 1798 che in passato era stata applicata solo in tempo di guerra, notoriamente per i campi di internamento giapponesi durante la Seconda guerra mondiale.
Amy Coney Barrett si è unita ai giudici liberali contro l’opinione di maggioranza non firmata. Il giudice Sonia Sotomayor ha dichiarato nel suo dissenso che “la condotta del governo in questo contenzioso rappresenta una straordinaria minaccia allo stato di diritto”.
Il giudice Ketanji Brown Jackson ha criticato la corte per aver preso la decisione sul cosiddetto “shadow docket”, o “non-merits docket”, in cui i casi vengono generalmente decisi rapidamente con sentenze brevi che non offrono grandi dettagli sul perché la corte ha raggiunto la sua decisione. “Con un numero sempre maggiore di sentenze significative che si svolgono nell’ombra del nostro registro delle emergenze, la Corte di oggi lascia sempre meno tracce”, ha scritto nel suo dissenso. “Ma non fatevi illusioni: Abbiamo sbagliato tanto ora quanto in passato, con conseguenze altrettanto devastanti. Sembra solo che adesso siamo meno disposti ad affrontarlo“.
La sentenza della maggioranza afferma che coloro che vengono presi di mira in base alla AEA ”devono ricevere un avviso“, che ”deve essere fornito entro un tempo ragionevole e in modo tale da consentire loro di chiedere effettivamente un’assistenza habeas nella sede appropriata prima che avvenga la rimozione”. Oltre all’ordine di bloccare le espulsioni, l’opinione di maggioranza chiede anche che il caso venga spostato da Washington, D.C., dove è attualmente in corso, al Texas.