Dietro al bancone impolverato di un negozio di dischi nel cuore di Vancouver, tra scaffali carichi di vinili, memorabilia e cimeli, giaceva una bobina con un’etichetta sbiadita che recitava semplicemente Beatles ’60s demos. Nessuno, in tutti quegli anni, si era mai preso la briga di aprirla davvero, né di chiederne la storia. Rob Frith, il proprietario di Neptoon Records, l’aveva acquistata chissà quando, da chissà chi, forse in uno dei tanti lotti acquistati per dovere più che per convinzione, e da allora era finita lì, tra mille altri oggetti, come una reliquia in attesa, sospesa nel tempo.
Poi decide di ascoltarla. In uno studio casalingo, insieme al DJ e amico Larry Hennessey, sistema il nastro bobina su un vecchio Studer A810, un registratore professionale di un’altra epoca. Quel che emerge dagli altoparlanti non è soltanto un suono sorprendentemente chiaro e potente, ma un frammento di storia rimasto a lungo sepolto, l’audizione dei Beatles per la Decca Records, registrata il primo gennaio del 1962, quando nessuno di loro era ancora diventato un’icona. La Decca li rifiutò, con una motivazione che oggi suona come una sentenza assurda: “i gruppi con la chitarra sono in declino”. Ma ciò che poteva sembrare una fine fu in realtà un inizio: qualche mese più tardi, i Beatles firmarono con la Parlophone, Ringo Starr entrò nella formazione, e Love Me Do fece il suo debutto, accendendo la miccia di una delle rivoluzioni musicali più grandi del Novecento. Quel nastro, invece, tornò nell’ombra, come se la storia avesse deciso che il suo tempo non fosse ancora giunto.
A differenza di molti bootleg”, ha raccontato Frith, “questo suonava meglio del previsto”. Ma c’era di più. Tra una traccia e l’altra si notava una sottile pellicola bianca, un dettaglio da addetti ai lavori, un’indicazione chiara che quella non era una semplice copia pirata. “Un mese fa se qualcuno mi avesse offerto venti dollari per quel nastro, gliel’avrei venduto”. Ora? Frith non ne è più tanto sicuro. Forse lo offrirà a McCartney, forse organizzerà un ascolto pubblico o una raccolta fondi. Oppure no. Forse lascerà tutto com’è, permettendo a quel nastro di restare quello che è stato fin dall’inizio: una nota a margine in una storia che credevamo di conoscere a memoria.