“Spero che gli Stati Uniti e l’Europa riescano a realizzare una partnership molto stretta”. Elon Musk ha cominciato così il suo intervento in videocollegamento al congresso federale della Lega a Firenze. Intervistato dal vicepremier e segretario del partito Matteo Salvini, il braccio destro di Donald Trump, anche capo del Dipartimento per l’Efficienza Governativa (DOGE), ha commentato l’annuncio dei dazi imposti dal presidente con un’ottica positiva: “Ci sposteremo in una situazione di zero dazi nel futuro, verso una zona di libero scambio”.
Un “consiglio” che Musk ha dato al presidente, così lo ha definito, dopo che Wall Street è crollata, bruciando oltre 5.000 miliardi di dollari in due giorni, e ha fatto tremare anche le Borse internazionali. Le azioni della sua proprietà Tesla non si riprendono dall’insediamento alla Casa Bianca del 20 gennaio, chiudendo con -13% su base annua nel primo trimestre e con gli investitori che gli fanno pressione di lasciare la politica e tornare a fare l’imprenditore full time. Però Trump è stato chiaro: “Questa è una rivoluzione economica, e vinceremo. Resistete!”. Su Truth Social, ha scritto che le conseguenze non saranno “facili”, ma “il risultato finale sarà storico”. Il capo della Casa Bianca continua a difendere la sua posizione sostenendo che i dazi porteranno le aziende a trasferirsi negli Stati Uniti creando così nuovi posti di lavoro.
Sembrerebbe esserci maretta fra i due magnati ai vertici degli Stati Uniti. Non solo per la preoccupazione che attanaglia Musk, ma anche per il flop alle elezioni in Wisconsin, dove il candidato repubblicano Brad Schimel ha perso contro la democratica Susan Crawford nella corsa alla Corte Suprema statale. Il patron di Tesla aveva donato ben 20 milioni di dollari a chi firmava una petizione contro la vincitrice, trasformando una modesta elezione locale nella gara giudiziaria più costosa della storia americana. In settimana, dai corridoi della Casa Bianca, Politico ha riferito che Trump sarebbe pronto a scaricarlo. La portavoce Karoline Leavitt ha smentito la voce come “fake news, spazzatura”, ma i consiglieri del presidente hanno confermato con l’anonimato.
Il presidente potrebbe perdere anche un altro pezzo del suo Governo. Il segretario al Tesoro Scott Bessent, esponente di Wall Street, non condivide la linea dura sui dazi e sembrerebbe pronto a dimettersi, secondo le indiscrezioni di MSNBC. “Le mie fonti – ha dichiarato la conduttrice Stephanie Ruhle – mi hanno detto che sta cercando una via di fuga per provare ad arrivare alla Fed, perché negli ultimi giorni sta davvero danneggiando la sua credibilità e la sua storia sui mercati”.
Mercoledì 9 aprile entrerà in vigore un altro round di dazi variabili da Paese a Paese. Invece, giovedì verranno attivate le contromisure del 34% imposte da Pechino su tutti i prodotti provenienti dagli Stati Uniti.