L’esercito statunitense sta cercando di trasformare un remoto rifugio faunistico del Pacifico in un sito di atterraggio per i razzi SpaceX. Una mossa che se da un lato potrebbe migliorare le capacità militari, dall’altro metterebbe in serio pericolo un raro “santuario” per 1,5 milioni di uccelli.
Il mese scorso la US Space Force ha annunciato l’intenzione di costruire due piste di atterraggio sull’atollo Johnston, un territorio statunitense composto da quattro piccole isole a circa 800 miglia a sud-ovest di Honolulu. La Space Force intende utilizzare il sito per testare il programma Rocket Cargo Vanguard, che mira ad accelerare il trasporto di carichi militari in tutto il mondo mediante l’impiego di grandi razzi commerciali.
I primi rumors, lasciano presupporre che per il progetto verranno utilizzati i mezzi di SpaceX, società di proprietà di Elon Musk. Nel 2022 l’azienda ha firmato un contratto da 102 milioni di dollari con il governo, ma non è certo l’unica. Diverse altre società hanno accordi di ricerca e sviluppo con l’US Transportation Command in relazione al trasporto di carichi missilistici. Tra queste c’è Blue Origin, appartenente al patron di Amazon Jeff Bezos.
Tuttavia, lo Starship di SpaceX offre una capacità di carico utile di gran lunga superiore a qualsiasi altro razzo. A novembre, il generale della Space Force Chance Saltzman, capo delle operazioni spaziali, si è unito a Musk e al presidente Donald Trump per assistere a un volo di prova dello Starship dal Texas.
I lanci di SpaceX hanno danneggiato nidi e uova di uccelli nelle vicinanze, secondo gli ambientalisti locali. Tuttavia, la Space Force ha dichiarato che la costruzione e il funzionamento del progetto di Johnston non avranno un impatto significativo sull’ambiente.
Il Dipartimento dell’Aeronautica sta collaborando con l’U.S. Fish and Wildlife Service e la National Oceanic and Atmospheric Administration “per sviluppare misure significative, come appropriato, per evitare, minimizzare e mitigare i potenziali impatti sulle popolazioni di uccelli migratori dell’isola di Johnston”. Nonostante le rassicurazioni delle autorità, gli scienziati e gli ambientalisti restano alquanto scettici sulla fattibilità dell’operazione.
Il remoto arcipelago è già stato oggetto di decisioni politiche nel corso degli anni. Durante la Guerra Fredda, il governo vi condusse test nucleari ad alta quota, stoccandovi in seguito anche il famigerato Agente Arancio. Nel 2004, l’esercito restituì nuovamente Johnston agli uccelli. L’atollo fa parte del Pacific Islands Heritage Marine National Monument, istituito da George W. Bush nel 2009 e ampliato da Barack Obama cinque anni dopo.
Secondo gli esperti, ad oggi l’arcipelago è uno degli ultimi ecosistemi oceanici selvaggi e intatti al mondo. Gli uccelli, in genere, vi si recano per costruire i loro nidi lontano da persone, predatori e parassiti.
Naturalmente, il ritorno delle attività umane di tale portata potrebbe sconvolgere nuovamente l’ecosistema, mettendo in serio pericolo la fauna del posto, che potrebbe ritrovarsi costretta a lasciare l’arcipelago.