Il segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Scott Bessent, potrebbe essere pronto a lasciare l’amministrazione Trump, secondo quanto riportato dalla rete televisiva statunitense MSNBC. La sua credibilità è stata messa a dura prova dopo il disastroso lancio delle tariffe doganali voluto dal presidente, che ha scatenato una serie di reazioni negative nei mercati finanziari. Alcune fonti ritengono che Bessent starebbe cercando di trovare una via d’uscita per approdare alla Federal Reserve, la banca centrale americana, consapevole che l’attuale posizione metterebbe sempre più a rischio la sua reputazione.
La decisione del leader del GOP di imporre tariffe universali del 10% su tutte le importazioni e dazi “reciproci” su ben 180 paesi ha avuto un impatto devastante. Il Dow Jones Industrial Average ha vissuto il suo peggior crollo dal 2020, con una reazione che ha spinto la giornalista Stephanie Ruhle a dichiarare che il politico, noto per la sua esperienza nella gestione di hedge fund da miliardi di dollari, fatichi a comprendere la “matematica assurda” dietro le nuove tariffe doganali.
In base alle informazioni raccolte Ruhle, ritiene che Bessent, grande esperto di mercati, sarebbe in conflitto con Trump, che non accetta i suoi consigli. Mentre il magnate continua a difendere le sue politiche commerciali come una forma di “vendetta economica” contro le nazioni che, secondo lui, hanno sfruttato gli Stati Uniti, il Segretario sarebbe più cauto, consapevole che un’escalation potrebbe danneggiare i mercati globali.
La Cina, infatti come risposta, ha già imposto una tariffa di ritorsione del 34% sulle importazioni statunitensi, aggravando ulteriormente la situazione e facendo precipitare le borse. Anche tra i sostenitori dell’inquilino della White House, il consenso sulle imposte sembra scemare, come confermato da Ruhle, che ha dichiarato che nessun investitore è disposto a sostenere una simile campagna economica.
La crisi che Bessent sta attraversando è dunque il risultato di un conflitto interno tra un approccio pragmatico e le politiche protezionistiche adottate dall’amministrazione repubblicana. La situazione sembra tutt’altro che facile da risolvere, con il futuro del Segretario ormai incerto e in bilico.