Stando a quanto riferito dal New York Times, l’amministrazione Trump intende tagliare un finanziamento da 510 milioni di dollari destinato alla Brown University. Come nel caso della Columbia, alla quale erano state negate temporaneamente sovvenzioni da $400 milioni, il governo ha preso questa decisione a causa dell’”incapacità” dell’ateneo di combattere l’antisemitismo.
In un’e-mail inviata giovedì ai dirigenti del campus, il rettore della Brown, Frank Doyle, ha dichiarato che l’università è a conoscenza di “voci preoccupanti che stanno emergendo riguardo all’azione federale sulle sovvenzioni per la ricerca”, ma ha aggiunto che non dispone di “alcuna informazione a sostegno di tali indiscrezioni”.
La neo-segretaria all’Istruzione, Linda McMahon, è stata esplicita riguardo all’attenzione dell’amministrazione per le università, affermando che il sostegno dei fondi federali deve essere considerato un “privilegio”, che può essere ritirato qualora i vari atenei non dovessero rispettare le leggi sui diritti civili. Come molti altri college della Ivy League, la Brown è stata teatro di proteste per la guerra a Gaza, ma è stata anche una delle poche università che ha fatto accordi con gli studenti per porre fine alle loro manifestazioni.
In settimana, Christina H. Paxson, presidente dell’ateneo, ha affermato che alcune delle richieste di Trump “sollevano nuove e precedentemente impensabili domande sul futuro della libertà accademica e dell’autogoverno”. Se le funzioni accademiche e operative essenziali della Brown fossero minacciate, l’università “sarebbe costretta a esercitare con forza i suoi diritti legali per difendere queste libertà”.
Di recente, il college ha anche preso in considerazione l’idea di adottare una nuova politica che limiterebbe le sue dichiarazioni su questioni politiche e sociali “estranee alla sua missione”.
La Brown non è l’unico ateneo ad essere finito nel mirino del governo nell’ultima settimana. Giovedì, l’amministrazione federale ha inoltrato una serie di richieste alla Harvard University. Qualora queste ultime non verranno soddisfatte, l’ateneo rischierebbe di perdere fondi federali dal mastodontico valore di 9 miliardi di dollari. Le condizioni dettate dal governo sono pressoché identiche a quelle imposte alla Columbia nei giorni scorsi.
Harvard dovrà inoltre “impegnarsi a cooperare pienamente” con il Dipartimento di Sicurezza Nazionale, l’agenzia che applica le politiche sull’immigrazione, comprese le deportazioni. Nella lettera dell’amministrazione Trump, si afferma che l’ateneo ha “fondamentalmente fallito nel proteggere gli studenti e i docenti americani dalla violenza antisemita” e che ci si aspetta “un’immediata cooperazione nell’attuazione di queste riforme fondamentali”.
Lunedì, Alan Garber, presidente di Harvard, ha affermato che l’università ha dedicato “notevoli sforzi” negli ultimi 15 mesi per affrontare l’antisemitismo , aggiungendo che c’è ancora molto lavoro da fare. Garber ha inoltre detto che l’università collaborerà con l’amministrazione, ma ha spiegato che l’annullamento dei finanziamenti federali “metterà a repentaglio importanti ricerche scientifiche e innovazioni”.