Gli Stati Uniti rimarranno nella NATO. Lo hanno ribadito giovedì a Bruxelles il segretario di Stato Marco Rubio e Matt Whitaker, nuovo ambasciatore statunitense presso la NATO, nel corso di un vertice con i ministri degli Esteri dell’Alleanza.
Rubio, davanti ai giornalisti prima dell’incontro con il Segretario Generale della NATO, Mark Rutte, ha liquidato come “isteria e iperbole” le preoccupazioni mediatiche sul futuro dell’Alleanza sotto la presidenza Trump. “Gli Stati Uniti restano nella NATO. Il Presidente lo ha detto chiaramente. Ma vogliamo un’Alleanza più forte, più visibile, e questo richiede un maggiore impegno da parte degli alleati”. Gli ha fatto eco Whitaker: “Con Trump, la NATO sarà più efficace che mai, ma ogni Stato membro deve fare la propria parte”.
Trump “è contro una NATO che non ha le capacità necessarie per adempiere agli obblighi che il trattato impone a ogni singolo Stato membro”, ha detto Rubio. Il presidente USA ha ripetutamente chiesto agli alleati di aumentare la spesa militare al 5% del prodotto interno lordo, che è ben al di sopra anche di quanto spendono gli stessi Stati Uniti. “È una verità dura, ma fondamentale, che deve essere detta ora”, ha chiosato Rubio.
Dichiarazioni rassicuranti che però non convincono del tutto. Gli alleati europei restano scettici e sono preoccupati dalle aperture di Trump verso il leader russo Vladimir Putin, ma anche dalle tensioni commerciali e dalle ripetute critiche americane a partner storici come Canada e Danimarca.
Proprio con il ministro degli Esteri danese, Lars Løkke Rasmussen, Rubio ha avuto un breve incontro a margine del vertice. Un sorriso, una stretta di mano, ma nessuna risposta a domande sul futuro della Groenlandia, territorio autonomo danese che ha attirato l’interesse della Casa Bianca e che secondo Trump diventerà “sicuramente” territorio americano.
Continuano tuttavia a circolare le voci su un possibile ridimensionamento della presenza militare USA nel Vecchio Continente, . “Non ci sono piani immediati di ritiro”, ha garantito Rutte. Ma dietro le quinte, molti diplomatici non si fidano. “Ci serve chiarezza. Se gli Stati Uniti ridurranno il loro contributo, dobbiamo sapere quando e come”, ha confidato una fonte NATO all’Associated Press. Attualmente gli USA mantengono 100.000 soldati in Europa, oltre alla Sesta Flotta e al deterrente nucleare – ma le pressioni per contenere i costi e razionalizzare le strutture di comando rafforzano le aspettative di un ridimensionamento.
“Gli americani si aspettano che gli europei si assumano più responsabilità”, ha ammesso il ministro degli Esteri olandese, Caspar Veldkamp. “Serve più spesa per la difesa e un pilastro europeo della NATO più robusto”.
“Dobbiamo coinvolgerli in una discussione su tempi e capacità,” ha dichiarato un diplomatico europeo al Washington Post. “Quando avremo fatto i nostri calcoli, vedremo se riusciremo a influenzare questa transizione, invece di subirla come un annuncio improvviso.”
L’urgenza è aumentata dopo che il Segretario alla Difesa USA, Pete Hegseth, ha chiarito che Washington guarda ormai soprattutto al Pacifico e ai propri confini.
Gli Stati Uniti forniscono capacità avanzate che l’Europa faticherebbe a ricostruire nel breve periodo: dall’intelligence al trasporto strategico, dal rifornimento in volo alla difesa missilistica, fino alle armi a lungo raggio. Inoltre, le basi aeree e navali americane restano un perno del dispositivo difensivo europeo, con un contingente che, dopo l’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022, ha superato quota 100.000 effettivi.
Un funzionario della NATO ha sottolineato che il vero nodo per sostituire le capacità statunitensi è in realtà il bilancio. Un aumento significativo delle spese per la difesa è ritenuto l’unico modo per garantire una deterrenza credibile. Anche un ridimensionamento del contingente USA non sarebbe necessariamente un colpo fatale, purché la presenza americana rimanga tangibile.
In vista di un eventuale riassetto, gli alleati sono convinti della necessità di una maggiore assunzione di responsabilità da parte dell’Europa all’interno della catena di comando NATO, pur lasciando la posizione chiave di Supreme Allied Commander Europe (SACEUR) nelle mani degli Stati Uniti. “L’ultimo americano a lasciare l’Europa dovrebbe essere proprio il SACEUR”, ha affermato un diplomatico dell’Alleanza.
L’attuale comandante, il generale Christopher G. Cavoli, ha giocato un ruolo cruciale nel coordinamento dell’assistenza militare all’Ucraina e nei rapporti tra Kiev e Washington. Il suo mandato è in scadenza questa estate, e la scelta del successore potrebbe svelare quanto l’amministrazione Trump faccia sul serio.