L’ufficio del segretario della Difesa Pete Hegseth ha ordinato alla U.S. Naval Academy di rimuovere circa 400 libri dalla sua biblioteca, in quanto i volumi in questione promuoverebbero contenuti legati alla diversità, equità e inclusione (DEI).
I funzionari dell’Accademia hanno ricevuto l’ordine di esaminare la biblioteca la scorsa settimana. Inizialmente, i libri finiti “sotto inchiesta” erano circa 900. Alla fine, ne sono stati rimossi poco meno della metà. Al momento, non è stato svelato ancora l’elenco dei libri eliminati. In ogni caso, l’iniziativa è l’ennesima dimostrazione di come l’amministrazione Trump sia decisa a rimuovere i contenuti DEI dalle agenzie federali e dai programmi scolastici.
“Tutte le accademie militari sono pienamente impegnate a eseguire e implementare gli ordini esecutivi del presidente Trump”, ha affermato lo stesso portavoce del Pentagono, Sean Parnell, in settimana. In realtà, in un primo momento l’Accademia navale di Annapolis, nel Maryland, l’Accademia dell’aeronautica a Colorado Springs, e l’Accademia militare di West Point, a New York, non erano state incluse nell’ordine esecutivo di gennaio, con il quale il presidente ha vietato la promozione dei programmi DEI nelle scuole che ricevono finanziamenti federali.
I leader del Pentagono, tuttavia, hanno improvvisamente rivolto la loro attenzione alla U.S Naval Academy la scorsa settimana, quando i media hanno notato che la scuola non aveva ancora rimosso i libri “incriminati”. Nel frattempo, anche le altre scuole militari si sono dette pronte ad una revisione completa delle loro biblioteche, qualora dovessero ricevere ordini dall’alto.
Diversi funzionari delle accademie, inoltre, hanno spiegato che gli istituti stanno ricontrollando anche i rispettivi corsi di formazione per attenersi alle volontà del Dipartimento della Difesa.
In queste settimane, Hegseth ha spinto in modo aggressivo l’agenzia a cancellare i programmi e i contenuti online del DEI: tuttavia, la sua campagna si è scontrata con le domande di legislatori, leader locali e cittadini, arrabbiati per la rimozione di eroi militari e citazioni storiche dai siti web e dalle pagine dei social media del Dipartimento.