Un nuovo rapporto dello Space Debris Office dell’Agenzia spaziale europea ESA presentato di recente durante una conferenza a Bonn ha evidenziato che la quantità di detriti spaziali continua ad aumentare inesorabilmente: a fluttuare intorno alla Terra ce ne sarebbero già 1,2 milioni tra cui circa cinquanta mila, misurano più di un centimetro. Ciò significa che potrebbero provocare danni a satelliti, navicelle e stazioni spaziali soprattutto se si considera che i detriti viaggiano a velocità estremamente elevate fino a 28.000 km/h, . In particolare, si tratta di frammenti di oggetti artificiali che orbitano intorno alla Terra come parti di satelliti, razzi e altre attrezzature spaziali che non sono più in uso o che si sono disintegrati a causa di collisioni o esplosioni. Questi sono composti perlopiù di alluminio, teflon e titanio.
L’obiettivo del rapporto annuale ESA è fin dal 2017, quello di raccogliere dati sull’ambiente spaziale, per determinare se le misure internazionali di riduzione dei detriti abbiano un impatto positivo nell’ambiente spaziale al fine di renderlo sicuro e sostenibile.
Nel rapporto dell’agenzia europea spaziale si legge: “L’effetto significativo di tali eventi evidenzia l’importanza delle misure intraprese alla fine della vita di un satellite o di un lanciatore che ne riducono il rischio. Ciò include tecniche atte a garantire che non vi sia carburante o carica della batteria residua che possa portare a esplosioni e la rimozione sicura dei satelliti dalle orbite principali”. Se si considera infatti che a proposito di affollamento spaziale, ad oggi si contano almeno 6.000 satelliti in orbita solo per quanto riguarda quelli Starlink di proprietà di Elon Musk, le conseguenze degli impatti potrebbero essere piuttosto spiacevoli.
Dal rapporto tuttavia, emerge anche un dato positivo ma che sembra non bastare per risolvere il problema: per i lanciatori spaziali il numero di rientri controllati è recentemente aumentato a partire dal 2024, superando quelli incontrollati, ovvero che non lasciano detriti. “Nonostante il miglioramento degli sforzi di mitigazione, la mancanza di conformità e di bonifica ha fatto sì che il 2024 abbia visto una crescita netta della popolazione di detriti spaziali”, sottolinea il rapporto.“Se estrapoliamo le tendenze attuali nel futuro, come in precedenza, i numeri di collisioni catastrofiche potrebbero aumentare in modo significativo”, aggiungono gli esperti. Per risolvere il problema dei detriti l’Esa ha avviato il programma Zero Debris Approach per sviluppare tecnologie da applicare per la mitigazione e la rimozione dei detriti e migliorando il monitoraggio e la sorveglianza del traffico spaziale. Gli esperti si augurano di raggiungere tali obiettivi entro il 2030.