Vladimir Putin resta disponibile a un confronto con Donald Trump nonostante la frustrazione della Casa Bianca per la mancanza di passi concreti verso un cessate il fuoco in Ucraina. A ribadirlo è stato lunedì mattina il portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov, durante un briefing con i giornalisti.
“Il presidente Putin rimane aperto al dialogo con Trump“, ha dichiarato Peskov, precisando che al momento non è in programma alcuna conversazione tra i due leader, ma sottolineando al contempo che un eventuale contatto potrebbe essere “organizzato rapidamente” qualora “necessario”.
“Stiamo continuando a lavorare“, ha proseguito il portavoce di Putin. “In primo luogo per sviluppare le relazioni bilaterali (con Washington) e, in secondo luogo, per valutare possibili soluzioni al conflitto ucraino“.
Il commento di Mosca arriva poche ore dopo gli inconsueti strali di Trump, che in un’intervista telefonica a NBC News si era detto “furioso” e “deluso” da Putin per aver messo in discussione la credibilità di Zelensky come legittimo interlocutore negoziale e per aver insistito sulla necessità di un cambio di leadership a Kyiv.
Parlando domenica con la reporter Kristen Walker, l’inquilino della Casa Bianca ha minacciato inoltre l’introduzione di dazi su tutte le aziende che acquistano o smerciano petrolio russo.
“Putin dovrebbe impegnarsi per trovare un accordo con Zelensky, che gli piaccia o meno“, ha dichiarato Trump in risposta alla proposta russa di tenere nuove elezioni in Ucraina sotto l’egida di un governo provvisorio controllato dalle Nazioni Unite e dagli Stati Uniti (che hanno però rispedito l’ipotesi al mittente).
“Se io e la Russia non riusciamo a trovare un accordo per fermare lo spargimento di sangue in Ucraina, e se penso che sia colpa della Russia – e potrebbe non esserlo -, metterò delle tariffe secondarie sul petrolio, su tutto il petrolio che esce dalla Russia”, ha aggiunto il presidente USA.
“Se comprate petrolio dalla Russia, non potete fare affari negli Stati Uniti”, ha proseguito il repubblicano in quelle che sono le sue dichiarazioni più dure nei confronti di Putin da quando è tornato alla Casa Bianca. “Ci sarà una tariffa dal 25% al 50% su tutto il petrolio” – che potrebbe scattare entro un mese senza un accordo di cessate il fuoco.
Secondo un’analisi del Centre for Research on Energy and Clean Air, i dazi “secondari” di Trump colpirebbero soprattutto le economie di Cina, Turchia, Brasile e India – che sono tra i principali importatori di prodotti petroliferi russi.
Gli Stati Uniti, sotto l’amministrazione Biden, avevano già vietato le importazioni di petrolio russo nei giorni successivi all’invasione russa dell’Ucraina nel 2022. Da allora, la quantità di petrolio russo importato negli Stati Uniti è crollata, fino a raggiungere solo 10.000 barili di greggio e prodotti petroliferi russi nel 2023, secondo i dati della U.S. Energy Information Administration.

Peskov ha affermato che Mosca considera la risoluzione del conflitto come “un processo lungo e articolato“. Il Cremlino ha finora respinto le bozze di tregua di Washington e, la scorsa settimana, ha avanzato nuove condizioni per un possibile cessate il fuoco nel Mar Nero, alimentando i sospetti di voler rallentare volutamente qualsiasi progresso negoziale per rafforzare la posizione sul terreno.
Secondo le autorità ucraine, nelle ultime ore Mosca ha sferrato nuovi attacchi missilistici e con droni sulla città di Kharkiv, ferendo almeno tre persone. L’aeronautica ucraina ha riferito di aver abbattuto 131 droni e due missili balistici lanciati da Mosca nella notte.
Il Ministero della Difesa russo ha dichiarato di aver intercettato a sua volta 66 droni ucraini nei cieli di tre diverse regioni del paese. In un comunicato, Mosca ha accusato Kyiv di “mancanza di rispetto per ogni obbligo legato alla risoluzione del conflitto“, puntando il dito contro gli attacchi ucraini alle infrastrutture energetiche russe.
Domenica sera, Zelensky ha denunciato l’escalation degli attacchi russi e ha chiesto un rafforzamento della pressione internazionale su Mosca, comprese nuove sanzioni. “La brutalità e la costanza dei bombardamenti dimostrano che Putin non ha alcuna intenzione di negoziare“, ha affermato il presidente ucraino, secondo cui ogni tentativo di pace finora proposto è stato accolto con “droni, bombe e attacchi missilistici“.