La proposta di legge in Florida, che punta a ridurre le restrizioni sul lavoro minorile, sta facendo il suo percorso verso l’approvazione, ma non senza suscitare critiche. Mentre l’amministrazione statale cerca di colmare il vuoto lasciato dagli immigrati deportati con una forza lavoro alternativa, le voci contrarie avvertono dei pericoli legati alla sopraffazione dei più giovani.
Il disegno di legge, già approvato dalla commissione per il commercio e il turismo del Senato, prevede che i quattordicenni possano lavorare anche durante la notte, rimuovendo l’attuale divieto che impedisce il loro impiego tra le 23:00 e le 6:30. Un passo che i sostenitori considerano una risposta alla crescente carenza di manodopera, ma che ha sollevato le preoccupazioni di gruppi in difesa dei diritti dei minori. Questi ritengono che tale misura possa esporre i ragazzi a condizioni di lavoro dannose, trattandoli come adulti e mettendo a rischio il loro sviluppo fisico e psicologico.
Nonostante le obiezioni, tra cui quelle di Alexis Tsoukalas, analista del Florida Policy Institute, un’organizzazione indipendente e non partitica che si dedica alla ricerca e all’analisi delle politiche pubbliche, che definisce la legge un potenziale “sfruttamento dei minori”, la proposta continua a guadagnare terreno. Il governatore Ron DeSantis, sostenitore della riforma, ha difeso l’iniziativa e ha ribadito che il lavoro part-time per i giovani non è certo qualcosa di nuovo.
Il provvedimento, che segue una legge simile del 2023 che ha già allentato alcune restrizioni sul lavoro minorile, è destinato ad alimentare il dibattito sul confine tra opportunità di lavoro e protezione dei diritti dei più giovani. La misura deve ancora passare attraverso altre due commissioni e ottenere l’approvazione finale del Senato, ma la discussione continua a dividersi tra chi la considera una soluzione necessaria e chi teme un passo indietro nella tutela degli adolescenti.
Il lavoro minorile rimane una delle principali sfide per i diritti umani a livello globale, poiché coinvolge milioni di bambini in tutto il mondo. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro OIL, stima che siano circa 152 milioni i ragazzi costretti a lavorare, spesso in condizioni di abuso e privazione dei principi fondamentali. Questo fenomeno è particolarmente diffuso nei paesi in via di sviluppo, dove i piccoli vengono impiegati in settori come l’agricoltura, l’industria tessile, l’edilizia e i lavori domestici.
L’utilizzo precoce di questa forza lavoro impedisce a chi ne è sottoposto di godere di una vita sana e sicura, oltre alla negazione all’istruzione e al gioco, elementi cruciali per uno sviluppo equilibrato. Nonostante i progressi compiuti nella lotta contro questa piaga, le disuguaglianze economiche e sociali, insieme alla mancanza di una legislazione adeguata e di una rigorosa applicazione delle leggi esistenti, continuano a perpetuare la violazione di diritti umani.