Un violentissimo terremoto di magnitudo 7.7 della Scala Richter ha sconvolto la parte centrale del Myanmar, l’area più popolosa del Paese.
Il suo epicentro è stato localizzato a circa 16 chilometri a nordovest della città di Sagaing, a una profondità di 10 chilometri, intorno alle 14.20 ora locale.
A Naypyidaw, capitale del Paese, il sisma ha deformato intere strade e provocato il crollo dei cornicioni di diversi edifici. Un ospedale del posto è stato dichiarato come un’”area con molte vittime”. I corpi sanguinanti o contorti dal dolore, le vittime giacciono, per mancanza di spazio, fuori dal pronto soccorso.
Si temono migliaia di morti.”Abbiamo dichiarato lo stato di emergenza nelle aree colpite dal terremoto di Sagaing, Mandalay, Magway, Consiglio di Naypyidaw, Stato di Shan nord-orientale e regione di Bago, in conformità con il National Disaster Management Act”, ha dichiarato Zaw Min Tun, portavoce della Giunta birmana. “Per quanto ne so, i terremoti sono stati concentrati a Sagaing. Sospetto che ci potrebbero essere più vittime a Sagaing, come a Naypyidaw. Vogliamo che la comunità internazionale fornisca assistenza umanitaria il più rapidamente possibile”, ha concluso il portavoce.
Il sisma è stato avvertito anche in Cina e in Thailandia. A Bangkok un grattacielo di 30 piani in costruzione è letteralmente crollato al suolo. Come riferito dalle autorità locali, che hanno proclamato immediatamente lo stato d’emergenza, decine di operai sono dispersi sotto le macerie.



Il terremoto ha interessato diversi edifici della città. Da uno di questi, l’acqua di una grande piscina a sfioro è uscita dai bordi ed è caduta in strada.
Al momento, la giunta che guida il Myanmar, e che controlla la maggior parte delle tv e delle testate giornalistiche locali, non ha rilasciato informazioni dettagliate circa i danni e le vittime provocate dal terremoto.
Tuttavia, secondo le stime della CNN il numero dei morti potrebbe toccare quota 10.000. Per ora, il bilancio è di oltre 1.000 vittime nel Paese del sudest asiatico e altre 10 nella vicina Thailandia. I feriti, invece, sono più di 2.400. Ancora incerto, infine, il numero dei dispersi.
Secondo il Servizio geologico degli Stati Uniti, inoltre, la prima scossa è stata seguita da una seconda meno intensa, di magnitudo 6.4, il cui epicentro è stato localizzato pochi chilometri più a sud rispetto alla precedente.
“Qui erano circa le 14.20, eravamo seduti in un posto e poi abbiamo cominciato a sentire delle grandi scosse, ci siamo guardati in faccia e poi abbiamo capito che era un terremoto, quindi siamo usciti sulla strada, abbiamo visto che altra gente era uscita fuori, tutti impauriti, gridavano, alcuni piangevano; non è stata forte da far crollare edifici, però sono cose che non accadono ogni giorno quindi è stato un po’ scioccante per alcuni….. Ho visto gente scioccata proprio, è sempre una situazione particolare”. Così Don Bruno Soppelsa, sacerdote italiano missionario in Thailandia, racconta il sisma dal Nord del Paese, vicino a Chang Mai, dove sta operando. “Hanno avuto grandi scosse anche a Bangkok dove sono crollati dei grattacieli che erano in fase di costruzione di 20-25 piani, crollati e amici mi hanno mandato foto di ospedali evacuati, hanno portato giù i malati nei letti proprio fuori dall’ospedale, scene veramente impressionanti. Però il pensiero va alla gente del Myanmar che ha subìto e sta subendo i danni più grandi: case distrutte, città distrutte, morti. Già sta vivendo una situazione particolare, il Myanmar, afflitto da una guerra civile che dura da oltre quattro anni quindi lì è un vero grande problema. Qui in qualche maniera abbiamo avuto paura però adesso sembra tutto ritornare nella normalità”.