Un’escursione alla scoperta della barriera corallina si è trasformata in tragedia. Un sommergibile turistico della compagnia Sindbad Submarine si è inabissato alcune ore fa al largo della costa di Hurghada, in Egitto A bordo si trovavano 45 passeggeri, tutti di nazionalità russa, oltre all’equipaggio. Il bilancio è pesante: almeno sei morti e 19 feriti, di cui quattro in condizioni critiche.
Secondo le prime ricostruzioni, l’imbarcazione sarebbe affondata a un chilometro dalla riva, vicino al porto della città. Il Consolato generale russo ha confermato il numero delle vittime e riferito che la maggior parte delle persone a bordo è stata tratta in salvo. Le cause esatte dell’incidente non sono ancora chiare e l’episodio riaccende i riflettori sulla sicurezza delle escursioni marittime nella zona.
Sindbad Submarine, attiva da anni nell’area, vanta due dei 14 batiscafi turistici operativi al mondo. I suoi sommergibili permettono ai visitatori di immergersi fino a 25 metri di profondità per esplorare la barriera corallina e la fauna marina. Ogni imbarcazione è progettata per trasportare 44 passeggeri e due piloti, ed è munita di ampie finestre panoramiche che garantiscono un’esperienza immersiva unica.
Questo non è il primo incidente che coinvolge natanti nel Mar Rosso, dopo l’affondamento della nave Sea Story a novembre, investigatori britannici negli ultimi cinque anni hanno rilevato almeno 16 sinistri, alcuni dei quali con esiti fatali.
Le escursioni subacquee in sommergibile rappresentano un’attrazione popolare anche in destinazioni come Maldive e Caraibi, un’esperienza che consente agli escursionisti di esplorare il mondo sottomarino senza dover essere subacquei esperti.
Tuttavia, la sicurezza resta un tema centrale: eventi come questo sollevano interrogativi sulle condizioni dei mezzi di trasporto utilizzati e sulla necessità di maggiori controlli per garantire la protezione dei passeggeri.