La Corte Suprema degli Stati Uniti ha confermato con una maggioranza di 7-2 le regolamentazioni introdotte dall’Amministrazione Biden sulle cosiddette “ghost guns”, kit di armi acquistabili online e assemblabili in casa senza numeri di serie.
La decisione rappresenta una rara vittoria per i sostenitori del controllo degli strumenti da difesa e segna un successo per le politiche regolatorie in un contesto giuridico generalmente più incline a sostenere i diritti armati.
Neil Gorsuch, il giudice che ha disposto l’ordinanza, ha sottolineato che questo tipo di kit può essere facilmente trasformato in armi perfettamente funzionanti, che rendono giustificata l’estensione della regolamentazione prevista nel 2022 dall’ATF Bureau of Alcohol, Tobacco, Firearms and Explosives, l’agenzia federale che si occupa della gestione del settore.
La decisione ha visto una convergenza tra giudici liberal e conservatori, tuttavia Clarence Thomas e Samuel Alito si sono opposti e hanno denunciato un presunto eccesso di potere da parte del governo.
Il provvedimento impone ai produttori di ghost guns di includere numeri di serie sui kit e di effettuare controlli sui precedenti degli acquirenti. L’ATF ha motivato la misura evidenziando l’aumento esponenziale della presenza di queste armi sulle scene del crimine: dai circa 1.600 casi registrati nel 2017, il numero è salito a oltre 19.000 nel 2021.
Secondo la normativa del 1968 sul controllo dei dispositivi, produttori e rivenditori sono obbligati a eseguire verifiche e a tenere traccia delle vendite, ma le nuove tecnologie hanno reso obsoleta l’interpretazione originaria della legge. Con la diffusione della stampa 3D e dei polimeri rinforzati, è diventato estremamente semplice per chiunque costruire un’arma in casa con il pacchetto acquistato online.
I produttori e alcuni acquirenti di ghost guns hanno contestato la regolamentazione dell’ATF, sostengono che tali materiali non possano essere considerati armi in quanto venduti come semplici parti. La Corte d’Appello del Quinto Circuito aveva parzialmente accolto questa tesi, ma la Corte Suprema ha ribaltato la decisione e stabilito che la funzione primaria di questi set è chiaramente quella di trasformare i suoi componenti in strumenti da fuoco perfettamente operativi.
Il presidente della Corte Suprema, John Roberts, ha rigettato l’argomentazione secondo cui tali kit sarebbero destinati a semplici appassionati di armi e ha sottolineato che il processo di assemblaggio è estremamente veloce e non può essere paragonato al restauro di un’auto d’epoca, come invece sostenuto dai rivenditori.
Il verdetto è stato accolto con entusiasmo da gruppi come Giffords Law Center, una non profit statunitense che si occupa di promuovere il controllo degli armamenti e di migliorare la sicurezza nelle comunità. Ritengono che l’industria delle ghost guns abbia rappresentato a lungo un escamotage per eludere le normative esistenti, consentendo l’accesso a dispositivi letali a persone potenzialmente pericolose senza alcun controllo preventivo.
Al contrario, la Firearms Policy Coalition, un’organizzazione che difende il diritto al possesso di armi, ha bollato la sentenza come una “decisione errata”, sottolineando che si tratta di un episodio in un conflitto più ampio tra la facoltà individuale e l’interferenza del governo.
Resta incerto, al momento, quello che potrà essere l’approccio dell’amministrazione Trump, che ha recentemente avviato una revisione sulle normative in materia, introdotte durante la legislazione democratica. Il Dipartimento di Giustizia non ha ancora chiarito se il nuovo governo manterrà le leggi dell’ATF o se cercherà di revocarle.
Negli Stati Uniti, il numero di armi in circolazione ha raggiunto proporzioni impressionanti. Si stima che nel paese ne circolino oltre 400 milioni, un numero superiore alla popolazione totale. Questo dato evidenzia una cultura alla difesa profondamente radicata nella società americana, dove il diritto di possedere un’arma è protetto dal Secondo Emendamento della Costituzione.