“Il 2 aprile sarà il nostro giorno della Liberazione”. Così il presidente Donald Trump ha annunciato i dazi del 25% su tutte le importazioni di automobili non fabbricate sul suolo americano. L’ordine esecutivo entrerà in vigore mercoledì prossimo e dal 3 aprile “cominceremo a raccogliere” i risultati.
All’una e cinquanta del mattino negli Usa, il presidente aggiunge sul suo social Truth: “Se l’Unione Europea lavora con il Canada per danneggiare economicamente gli Usa, Dazi su larga scala, molto più alti di quelli ora previsti, saranno imposti a entrambi per proteggere il miglior amico che questi due paesi abbiano mai avuto!” Pochi minuti prima aveva scritto, tutto in maiuscolo: “IL GIORNO DELLA LIBERAZIONE IN AMERICA ARRIVERÀ PRESTO. PER ANNI SIAMO STATI TRUFFATI PRATICAMENTE DA TUTTI I PAESI DEL MONDO, AMICI O NEMICI. MA QUEI GIORNI SONO FINITI- AMERICA FIRST!!!”
L’obiettivo ha spiegato Trump dalla Casa Bianca è “proteggere l’industria nazionale e riportare la produzione degli Stati Uniti”. Spinti dai dazi sulle importazioni, “le aziende” straniere saranno incoraggiate a “tornare per evitare di pagare”. Il presidente prevede che “probabilmente” verrà raccolta “una somma dai 600 miliardi ai mille miliardi in un periodo relativamente breve. Penso che succederà entro un anno da ora, ma cominciando subito, immediatamente”. Ha aggiunto che “chi acquisterà con un finanziamento un’auto prodotta in America potrà dedurre gli interessi dalla dichiarazione dei redditi”.
Il presidente ha minimizzato le pressioni delle grandi case automobilistiche, fra le quali Ford, General Motors e Stellantis, giustificandosi con “sopravviveranno”. Ha spinto affinché tutta la produzione torni sul suolo americano. Lo scenario è alquanto improbabile nel breve tempo perché richiederebbe investimenti, pianificazione strategica e centinaia di migliaia di assunzioni.
Questa misura aggrava ulteriormente anche la posizione dell’Europa. Per il momento l’Unione Europea ha minacciato l’attivazione di dazi reciproci aspettando le mosse di Trump. Di fronte all’annuncio di Trump, la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ieri ha espresso “profondi rammarico”. Ma alcuni leader, fra i quali anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, invitano ad agire con cautela e a non istigare una guerra commerciale.
Per il momento, sono attivi i dazi del 25% su alluminio e acciaio provenienti da tutto il mondo, quelli del 25% su tutti i prodotti canadesi e messicani che non rientrano nell’accordo USMCA e quelli del 20% sulle importazioni dalla Cina.